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Lecce
19 Novembre 2025 - 11:09
I carabinieri di Lecce
LECCE - All’alba di oggi oltre 100 militari dell’Arma hanno dato esecuzione a una vasta operazione antimafia che porta un nuovo colpo alle ramificazioni della Sacra Corona Unita nel Nord Salento. Il blitz, coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, ha condotto all’arresto di 22 persone – 18 finite in carcere e 4 poste ai domiciliari – nell’ambito di un’indagine che coinvolge complessivamente 55 indagati. Contestualmente è scattato anche il sequestro preventivo di beni per oltre 800 mila euro. Il provvedimento cautelare, composto da 23 misure, è stato emesso dal Gip del Tribunale di Lecce; una delle misure non è stata eseguita perché il destinatario è deceduto.
L’operazione, che ha visto impegnati lo Squadrone Eliportato Cacciatori Puglia, il Nucleo Cinofili di Bari, il 6° Nucleo Elicotteri di Bari-Palese e personale specializzato dell’11° Reggimento Puglia, rappresenta uno dei più vasti interventi antimafia degli ultimi anni. I reati contestati agli indagati coprono l’intera gamma delle attività criminali tipiche delle consorterie mafiose: associazione di tipo mafioso, traffico e detenzione di droga, rapine, lesioni aggravate, usura, estorsioni, ricettazione, detenzione e porto illegale di armi ed esplosivi e procurata inosservanza di pena, tutti aggravati dall’uso del metodo mafioso. Gli investigatori hanno individuato anche ruoli operativi femminili, stabilmente inseriti nelle dinamiche dello spaccio.
L’inchiesta del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Lecce affonda le radici nella cattura di un latitante, figura di spicco della Sacra Corona Unita già condannata nel primo maxi-processo contro una frangia del clan De Tommasi. L’uomo, ricercato per una lunga serie di reati commessi tra il 2008 e il 2013, era stato individuato in una dependance nelle campagne di Melendugno, dove viveva nascosto da mesi. La sua fuga interrotta ha ispirato il nome dell’operazione: “Escape”.
Da quel momento le indagini hanno permesso di ricostruire la rete di protezione che aveva favorito la latitanza del capo clan e di delineare struttura, gerarchie e collegamenti di due frange operative legate alla Sacra Corona Unita, attive tra Campi Salentina e Squinzano. Accertata anche la presenza di un’ulteriore organizzazione con struttura verticistica, dedita allo spaccio nelle aree di Campi Salentina, Novoli e Trepuzzi, oltre a un altro gruppo criminale attivo nella zona di Casarano.
Le investigazioni hanno rivelato un sistema ben collaudato. I proventi delle attività illecite venivano consegnati dai pusher ai referenti di zona e utilizzati sia per mantenere le famiglie dei detenuti sia per finanziare gli affari del clan. Durante la latitanza del capo, la gestione operativa era stata assunta dal figlio, incaricato di coordinare lo spaccio, organizzare estorsioni, gestire prestiti usurari e programmare rapine.
Particolarmente gravi i riscontri sull’usura, con tassi del 10% mensile (pari al 120% annuo) ai danni di imprenditori in difficoltà. Documentato anche l’utilizzo sistematico di minacce e violenze contro chi non riusciva a ripagare i debiti contratti per l’acquisto di droga.
Sono state individuate più basi logistiche per il confezionamento degli stupefacenti, indicate dagli affiliati come “cd” o “stecche”. Una di queste, una sala giochi di Novoli, era divenuta centro nevralgico dello spaccio: qui è stato arrestato un 49enne insieme alla compagna, entrambi al vertice del mercato locale della cocaina. Un’altra donna, 42enne di Racale, ha ricevuto l’ordinanza in carcere: già detenuta per un precedente arresto di luglio, era stata trovata in possesso di quasi 80 kg di droga.
Nel complesso, nel corso dell’indagine sono stati sequestrati circa 70 kg di stupefacenti. Tra i blitz più rilevanti: l’arresto di due cittadini albanesi con 30 kg tra hashish e marijuana, e il sequestro di 3,5 kg di cocaina e 28 kg di marijuana a Racale nei confronti di tre soggetti già noti.
Gli inquirenti hanno inoltre scoperto la disponibilità di armi da parte dei gruppi coinvolti. Nella sala giochi di Novoli due affiliati avevano esploso colpi di pistola contro un sodale in un atto intimidatorio legato allo spaccio. In un successivo controllo i Carabinieri hanno trovato un vero e proprio arsenale: pistole calibro 9 e 7,65, un mitra MP5, un fucile a canne mozze, un ordigno esplosivo da 2,5 kg e numerosa munizione compatibile.
L’attività investigativa ha permesso anche di identificare uno degli autori della violenta rapina dell’8 settembre 2019 ai danni di un noto avvocato di Trepuzzi. Secondo gli atti, tre uomini incappucciati e armati lo avevano aggredito nella pineta vicino casa, costringendolo ad aprire la cassaforte mentre la famiglia veniva tenuta in ostaggio sotto minaccia.
Il Comando provinciale dei Carabinieri sottolinea che il blitz rappresenta un risultato strategico nella lotta alla criminalità organizzata. L’intervento ha colpito in profondità la struttura operativa, economica e violenta delle organizzazioni coinvolte, contribuendo a ripristinare condizioni di maggiore sicurezza nei territori interessati.
Un’operazione che conferma, ancora una volta, come la collaborazione fra Arma dei Carabinieri e Autorità Giudiziaria sia uno strumento decisivo per contrastare la presenza mafiosa in Salento e tutelare le comunità locali.
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