Cerca

Cerca

Il caso

Credito in fuga dalla provincia di Taranto: l’allarme di Confartigianato sulle microimprese schiacciate dalle banche

L’associazione denuncia un territorio sempre più isolato dal sistema bancario tradizionale: meno affidamenti, criteri più rigidi e filiali che chiudono. Paolillo: «Gli artigiani resistono, ma non possono essere giudicati da un algoritmo»

Artigiani al lavoro

Artigiani al lavoro

TARANTO - La fotografia scattata da Confartigianato Taranto è impietosa: il credito alle piccole imprese continua a restringersi, mentre una parte consistente del sistema bancario si allontana dal territorio proprio nel momento in cui l’economia locale tenta di rialzarsi. A confermare la crisi del rapporto tra banche e microimprese sono anche le analisi regionali della Banca d’Italia, che registrano in tutta la Puglia un nuovo calo dei finanziamenti al settore produttivo nel 2024. Una tendenza che colpisce in modo particolare artigiani e piccole attività, tradizionale ossatura dell’economia provinciale.

Secondo Confartigianato, la situazione è ormai evidente: istruttorie rallentate, condizioni sempre più rigide e garanzie quasi impossibili da offrire. Una stretta che, nei fatti, sta penalizzando proprio quelle realtà che hanno bisogno di credito per restare sul mercato.

«Gran parte del sistema bancario si è allontanato dal territorio» denuncia il segretario generale Fabio Paolillo, indicando un fenomeno che non è solo economico ma anche culturale. «Oggi la valutazione di un’impresa non passa più attraverso chi conosce la storia di un laboratorio, ma attraverso algoritmi lontani, incapaci di cogliere la realtà dell’artigianato».

Il paradosso, sottolinea Paolillo, è che la liquidità non manca, ma non arriva dove potrebbe tradursi in lavoro, investimenti e crescita. Il risultato è un circolo vizioso: più le piccole imprese soffrono, più le banche irrigidiscono i criteri, e più l’accesso al credito diventa complicato.

La chiusura progressiva degli sportelli e la riduzione della presenza fisica degli istituti finanziari nel territorio aggravano ulteriormente la situazione. «Un artigiano non è un click» osserva Paolillo, ricordando i tempi in cui i direttori di banca visitavano le officine e conoscevano da vicino imprese e imprenditori.

Secondo il segretario di Confartigianato, oggi a mantenere un contatto reale con le microimprese restano soprattutto le banche di credito cooperativo e gli istituti locali, ancora capaci di offrire ascolto e tempi rapidi. Una vicinanza che per molte attività è diventata essenziale per sopravvivere.

Nonostante le difficoltà, gli artigiani tarantini continuano a investire e innovare, spesso attingendo alle proprie risorse pur di non fermare la produzione. «Sono loro che tengono in piedi l’economia del territorio» afferma Paolillo, ricordando come la politica e le istituzioni ancora non abbiano compreso fino in fondo il valore sociale ed economico di questo mondo produttivo.

Per invertire la tendenza, Confartigianato propone un Patto territoriale per il credito artigiano, capace di riunire imprese, istituti locali e amministrazioni. Obiettivo: monitorare l’accesso al credito, individuare le criticità e creare strumenti realmente adeguati alle esigenze delle microimprese.

«Non chiediamo scorciatoie, ma responsabilità» conclude Paolillo. «Se banche e politica continueranno a guardare altrove, Taranto rischia di perdere la sua spina dorsale produttiva. Ma una cosa è certa: gli artigiani non mollano. Finché loro resisteranno, qui ci sarà ancora un’economia fatta di lavoro vero, sacrificio e prospettiva».

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori