BARI - La presentazione del progetto di interconnessione tra il Liscione in Molise e Finocchito in Puglia segna un nuovo passaggio in una vicenda rimasta sospesa per decenni. Il piano prevede la realizzazione di una condotta di circa 10 km per trasferire parte dell’acqua dall’invaso molisano a quello di Occhito, una soluzione che Coldiretti Puglia definisce «fondamentale» per fronteggiare una siccità che, secondo l’associazione, «in Puglia è ormai cronica». Il progetto è stato illustrato presso il Consorzio di Bonifica della Capitanata, alla presenza del sottosegretario al Masaf Patrizio La Pietro.
Coldiretti ricorda che gli accordi tra le due regioni risalgono al 1978, sottolineando la necessità di accelerare un intervento che risulterebbe utile non solo alla Puglia, ma anche alle aree interne del Molise. Il surplus idrico non utilizzato dal Molise, spiega l’associazione, potrebbe essere acquistato dalla Puglia, garantendo così «un duplice vantaggio»: costi più bassi per gli utenti molisani e un sostegno alle esigenze potabili e irrigue delle due regioni confinanti.
Sul fronte delle infrastrutture, un passo avanti arriva dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto che finanzia la progettazione esecutiva dell’invaso di Palazzo d’Ascoli, opera ritenuta strategica per la Capitanata e per l’agricoltura del Foggiano. L’investimento, stimato in 300 milioni di euro, punta a potenziare la capacità di accumulo idrico e a migliorare la sicurezza idraulica in un’area tra le più produttive del Sud, oggi fortemente penalizzata da due anni di siccità.
Il presidente di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo, avverte che «l’incognita siccità grava come un macigno sulle prossime campagne agricole», richiamando l’urgenza di avviare un piano invasi in grado di garantire disponibilità idrica stabile e prevenire gli effetti del cambiamento climatico.
Sulla stessa linea il direttore regionale Pietro Piccioni, che richiama la necessità di recuperare le grandi opere incompiute. Tra queste la diga di Saglioccia, realizzata negli anni 80 ma mai entrata in funzione, e soprattutto la diga del Pappadai nel Tarantino, infrastruttura che potrebbe convogliare le acque del Sinni per un volume stimato in 20 miliardi di litri, destinati a uso potabile e irriguo. Una volta completata, afferma Piccioni, l’opera servirebbe l’Alto Salento, oggi ancora dipendente da pozzi e autobotti.
Nel frattempo Coldiretti sollecita il Governo a velocizzare gli aiuti legati alle assicurazioni agricole e a favorire una riforma del sistema di gestione del rischio, messo a dura prova dagli eventi meteorologici estremi. Il valore assicurato delle produzioni nel 2024 ha raggiunto i 10 miliardi di euro, coinvolgendo circa 65 mila aziende agricole: numeri che, per l’associazione, confermano la necessità di strumenti più adeguati a un’agricoltura sempre più esposta alle emergenze climatiche.
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