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San Martino, torna il vino novello: in Puglia 150mila bottiglie e un giro d’affari da 900mila euro

Coldiretti celebra la tradizione del vino giovane per eccellenza. La produzione cala ma resta simbolo dell’autunno pugliese, tra caldarroste, profumi intensi e brindisi alla fine dei raccolti

Il vino novello

Il vino novello

BARI - È il vino che segna il passaggio dall’autunno all’inverno, quello che accompagna caldarroste e tavolate di San Martino. In Puglia, il Novello resta una piccola ma preziosa eccellenza, con circa 150mila bottiglie prodotte e un giro d’affari stimato in 900mila euro. A ricordarlo è Coldiretti Puglia, che in occasione della festa dell’11 novembre sottolinea come questo vino “per tanti, fatto da pochi” continui a essere un appuntamento immancabile sulle tavole dei pugliesi.

Quest’anno il “déblocage” del Novello è avvenuto il 30 ottobre, in anticipo rispetto al francese Beaujolais nouveau, tradizionale riferimento mondiale del vino giovane. Si tratta di un prodotto leggero, profumato e facile da bere, perfetto per accompagnare i piatti autunnali e protagonista delle fiere e delle sagre di stagione.

Secondo la normativa, un vino può essere definito “Novello” solo se almeno il 30% delle uve viene vinificato con la tecnica della macerazione carbonica, mentre il restante 70% segue il metodo tradizionale. Il risultato è una bevanda morbida, fruttata e dal grado alcolico tra 11 e 12 gradi, ottenuta da una fermentazione dei grappoli interi per circa dieci giorni.

Nonostante il suo fascino, la produzione del Novello è in calo da anni. Coldiretti evidenzia come i costi di produzione più alti (circa il 20% in più rispetto alle tecniche tradizionali), la bassa conservabilità – che ne impone il consumo entro sei mesi – e la riconversione dei vitigni verso vini giovani da aperitivo abbiano progressivamente ridotto le quantità immesse sul mercato.

Il Novello affonda le radici in Francia, nella regione del Beaujolais, dove nacque il celebre Beaujolais nouveau prodotto con uve Gamay. In Italia, invece, ha trovato terreno fertile con uve Doc e Igt, raggiungendo in passato 17 milioni di bottiglie e stabilizzandosi oggi su circa 3,5 milioni a livello nazionale.

È un vino che va bevuto giovane, “spremuto e gustato subito”, come lo definisce Coldiretti, simbolo della convivialità contadina e del legame con la terra. L’11 novembre, giorno di San Martino, resta la data d’oro per stappare le bottiglie e brindare alla fine dei raccolti, quando i contadini tirano le somme dell’anno e celebrano, con un calice di Novello, la chiusura della stagione agricola e l’inizio di un nuovo ciclo.

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