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L'incontro
09 Novembre 2025 - 19:22
Un momento dell'incontro
Passare da un pensiero lineare ad uno circolare, dal pensiero dialettico a quello dialogico, dal paradigma della semplificazione ad un approccio sistemico in cui la relazione prevale sull’analisi. Tutto questo è il passaggio necessario per entrare nell’Era della complessità.
Nella sede del Dipartimento Jonico un lungo coinvolgente seminario con Pierluigi Fagan e Alberto Felice De Toni ha traghettato i presenti attraverso “una transizione iniziata nel 1950 i cui effetti compiuti vedremo intorno al 2050. È sempre più diffusa, infatti, la sensazione di esser capitati in una fase inedita, che provoca smarrimento, perché senza riferimenti intellettuali o storici che aiutino a comprendere cosa sta succedendo e perché”, si legge nella prefazione del libro di Fagan Benvenuti nell’era complessa. L’impegno verso questo cambio di paradigma è a cura del Centro di cultura per lo sviluppo “G. Lazzati” Aps Ets Taranto, insieme all’Università degli Studi di Bari Aldo Moro – Dipartimento Jonico. Una sequenza di crisi multiple (economica, ecologica, politica, sociale, infine bellica) tocca tutti, ma è percepita come problema “alto” mentre siamo esposti quotidianamente a livelli molto “bassi” di dibattito pubblico. Il carattere del mondo odierno, dato dalla velocità dell’innovazione tecnologica, dello sviluppo delle reti planetarie ma soprattutto della crescita della popolazione mondiale, impedisce di cercare nel passato soluzioni da imitare o linee guida da replicare. Ci porta, in sostanza, in terre incognite. In questo mare aperto occorre riallacciare i fili delle relazioni e recuperare l’importanza di un approccio sistemico che consideri l’insieme di tutte le variabili che incidono sui processi in corso.

Domenico Maria Amalfitano
Cooperazione e corresponsabilità sono la risposta che suggerisce il libro di De Toni e Bastianon “La varietà necessaria del potere”. L’aumento della complessità non si affronta con soluzioni quali accentramento dei poteri e nuove posizioni di controllo, ma con un allargamento delle posizioni e con l’equilibrio fra i diversi attori a cui fanno capo le molteplici variabili. Tutti cerchiamo soluzioni semplici ai problemi, ma la semplificazione si raggiunge soltanto attraverso la comprensione profonda della loro complessità e delle variabili a cui fanno capo.
Luigi Ricciardi e Mario Castellana hanno guidato con sapienza il dialogo serrato fra i due autori e l’intrecciarsi con gli approfondimenti di Antonio Messeni Petruzzelli – presidente Tecnopolo del Mediterraneo, Davide Tabarelli – commissario Acciaierie d’Italia, Francesco Moliterni – ordinario di economia del Diritto UNIBA e Valentina Lenoci – funzionaria Ministero dell’Economia. Ma se il Centro di cultura Lazzati insieme al Dipartimento Jonico ha proposto una giornata dedicata allo studio della complessità, è perché ritiene che sia questa l’unica chiave di lettura per superare le contraddizioni che fanno di Taranto una città complessa. Domenico Maria Amalfitano, presidente del Centro di Cultura Lazzati, chiude la lunga giornata con una profonda riflessione sullo sviluppo del nostro territorio. ”Assorbiti dalla monocultura dimentichiamo la pluralità di presenze e di ricchezza che ci contraddistinguono, elementi carsici espressioni di realtà separate, tutte valide ma sempre in sterile contrapposizione. Ambiente e lavoro devono diventare rete parallele convergenti. Un paradosso in cui bisogna cercare alleanze, interconnessioni, un cambiamento di pensiero che risponda con la sinergia ed una visione di lungo periodo alle problematiche da troppo tempo disattese”.
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