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Il fatto
30 Ottobre 2025 - 11:01
Delegazione Siulm con On. Antonino Minaudo
TARANTO - È un esodo silenzioso ma costante quello che sta colpendo le Forze Armate italiane, dove più della metà dei giovani volontari sceglie di lasciare l’uniforme per transitare in altri Corpi dello Stato. Un fenomeno preoccupante che, secondo il Sindacato Unitario Lavoratori Militari (SIULM), deve essere fermato con misure urgenti in grado di restituire dignità e prospettive di crescita al personale.
L’allarme è stato lanciato nel corso di un incontro tra una delegazione congiunta del SIULM Aeronautica e del SIULM Marina e l’onorevole Antonino Minardo, presidente della IV Commissione Difesa della Camera dei deputati. Durante il confronto, definito “costruttivo e partecipato”, sono state affrontate alcune delle criticità più gravi che coinvolgono il personale militare, a partire dalla previdenza e dalla contrattazione economica.
Il SIULM ha denunciato che molti militari vanno in pensione con circa il 60% dell’ultimo stipendio lordo, chiedendo l’attuazione piena della previdenza dedicata per evitare l’emergere di “nuove povertà”. Il sindacato ha inoltre sollecitato l’apertura di un nuovo tavolo contrattuale e lo stanziamento di fondi adeguati per le indennità accessorie, comprese quelle per straordinari, turni notturni e personale in navigazione.
Altro punto centrale è stato il riordino delle carriere, che secondo i rappresentanti del SIULM deve essere completato in modo equo e coerente con le reali esigenze operative. Particolare attenzione è stata riservata alla condizione dei volontari in ferma iniziale e triennale, che necessitano di maggiori tutele e percorsi stabili di crescita professionale.
Per quanto riguarda le singole Forze Armate, il SIULM Aeronautica ha chiesto un riconoscimento più adeguato per gli infermieri militari, una valorizzazione del ruolo degli aerosoccorritori e l’equiparazione delle indennità del personale del Poligono di Capo Frasca con quelle previste per altri siti nazionali.
Il SIULM Marina, invece, ha posto l’accento sulla necessità di riconoscere al personale della Guardia Costiera le funzioni di pubblica sicurezza in aggiunta a quelle di polizia giudiziaria, oltre alla richiesta di una specifica indennità per il personale imbarcato, spesso costretto a lunghi periodi di servizio lontano da casa.
L’incontro si è concluso con la condivisione della volontà di individuare soluzioni concrete per restituire centralità e dignità a donne e uomini in divisa. Come ha ribadito il SIULM, l’obiettivo resta uno solo: difendere la professionalità e il futuro del personale militare, pilastro essenziale della sicurezza del Paese.
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