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La Guerra degli Aeroporti. Foggia vola, Taranto resta a terra. Duello istituzionale con Aeroporti di Puglia

Il Consiglio comunale di Taranto discute sull’attivazione dei voli passeggeri a Grottaglie mentre Aeroporti di Puglia celebra a Foggia il rilancio del “Gino Lisa”. La tensione tra strategie industriali e diritto alla connettività si fa incandescente

Aeroporto di Grottaglie-Taranto "Marcello Arlotta"

Aeroporto di Grottaglie-Taranto "Marcello Arlotta"

TARANTO - La crisi della connettività aerea in Puglia ha raggiunto il punto di massimo attrito istituzionale. Il 20 ottobre 2025, la simultaneità degli eventi ha innescato un'accesa controversia. Mentre a Taranto il Consiglio Comunale monotematico dibatteva con fervore l'attivazione dei voli passeggeri a Grottaglie, i vertici di Aeroporti di Puglia (AdP) hanno disertato l'aula, preferendo presenziare a Foggia per celebrare il rilancio dello scalo “Gino Lisa” sul segmento passeggeri.

La scelta, definita da molti a Taranto come un “atto di sfida” o quantomeno come una netta presa di posizione strategica, ha infiammato il dibattito. Il rilancio del Gino Lisa, con l'annuncio dei voli Aeroitalia che mirano a 120.000/150.000 passeggeri, viene percepito a Taranto come il colpo di grazia alle residue speranze di vedere l'aeroporto di Grottaglie aperto al traffico civile, cristallizzando un sistema regionale a tre scali passeggeri (Bari, Brindisi, Foggia).

La strategia di AdP, la società che gestisce gli scali, è orientata all'efficienza e alla specializzazione; tuttavia, il tempismo della sua presenza a Foggia ha inasprito lo scontro.

AdP agisce in linea con il Piano Nazionale degli Aeroporti, puntando a massimizzare la sostenibilità della rete esistente. La decisione di investire sul Gino Lisa risponde all'esigenza di copertura territoriale per la vasta area del Nord Puglia (Capitanata e Gargano). Così l'attivazione di Foggia rafforza il principio di concentrazione del traffico passeggeri, rendendo difficile la giustificazione economica di un quarto scalo, quello di Grottaglie, a breve distanza da Brindisi.

Per AdP, l'aeroporto “Marcello Arlotta” ha un ruolo ben definito e ad altissimo valore aggiunto: è il Polo Aerospaziale e Cargo nazionale, con investimenti in corso per la trasformazione in Spazioporto e per l'attività industriale legata alla produzione di componenti aeronautiche. Questo ruolo è considerato strategicamente prioritario.

La classe politica e la cittadinanza tarantina interpretano la scelta di AdP come un’esclusione perpetuata e un diniego del diritto alla connettività.

La provincia di Taranto si sente penalizzata dalla mancanza di un collegamento aereo diretto, che costringe residenti e imprese a lunghi trasferimenti per raggiungere Bari o Brindisi, un fattore che ostacola l’attrattività economica. L’imminente appuntamento dei Giochi del Mediterraneo 2026 rende l’attivazione dei voli passeggeri una necessità impellente per la logistica e l’ospitalità delle delegazioni. Il Comune chiede che l’infrastruttura, già esistente, sia resa operativa per il traffico passeggeri. Il forfait dei vertici AdP al Consiglio Comunale, in concomitanza con la loro presenza all’evento di Foggia, è stato percepito come una mancanza di rispetto istituzionale e la prova che le decisioni sul sistema aeroportuale vengono prese ignorando le istanze della seconda città più popolosa della Puglia.

Il rilancio di Foggia, con il sostegno e la presenza di AdP, è interpretato a Taranto come la manifesta chiusura della prospettiva operativa per lo scalo passeggeri di Grottaglie. Il confronto si delinea come un braccio di ferro tra la logica strategica di AdP e le legittime istanze di sviluppo e connettività della comunità tarantina.

La decisione finale spetta ora alla Regione Puglia e al Ministero dei Trasporti, chiamati a comporre un mosaico che, allo stato attuale, privilegia Foggia a scapito di Taranto.

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