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Lecce

Occupazione in crescita tra gli over 50 ma cala la forza lavoro giovane

I dati illustrati in commissione comunale fotografano un territorio segnato da denatalità, migrazione interna e invecchiamento della popolazione. Aumentano i lavoratori maturi e i beneficiari di ammortizzatori sociali

Palazzo Carafa - foto del Comune di Lecce

Palazzo Carafa - foto del Comune di Lecce

LECCE - Aumentano gli occupati over 50, mentre diminuisce la presenza di giovani e adulti nella fascia centrale della vita lavorativa. È il quadro emerso durante la sesta commissione consiliare del Comune di Lecce, riunitasi a Palazzo Carafa mercoledì 29 ottobre, per approfondire il tema “Mercato del lavoro e prospettive occupazionali: quali profili per la crescita dell’economia leccese”.

La sesta commissione consiliare del Comune di Lecce

Ad aprire i lavori è stato il presidente della commissione Bronek Pankiewicz, seguito dall’intervento di Davide Stasi, responsabile dell’Osservatorio economico Aforisma e cultore della materia in Economia politica all’Università del Salento, che ha presentato una dettagliata indagine socio-economica sul territorio provinciale.

Dallo studio emerge un fenomeno chiaro: l’invecchiamento della forza lavoro. I lavoratori ultracinquantenni sono oggi più numerosi di quelli nella fascia 35-49 anni, ormai in sensibile calo. I primi, infatti, sono quasi raddoppiati negli ultimi anni, mentre i secondi si sono drasticamente ridotti. In flessione anche il numero complessivo degli occupati tra 25 e 34 anni, segnale di un mercato del lavoro che fatica ad accogliere i giovani.

Secondo quanto illustrato da Stasi, le dinamiche demografiche sono alla base di questo squilibrio: alla denatalità si sommano il declino della popolazione residente e gli squilibri generazionali che colpiscono in modo più marcato il Sud Italia.

In provincia di Lecce, negli ultimi dieci anni, si registra una diminuzione costante della popolazione, determinata da due saldi negativi: quello naturale, cioè la differenza tra nascite e decessi, e quello migratorio interno, con lo spostamento di molti residenti verso altre regioni. Questi dati non sono compensati dal saldo migratorio estero, pur positivo grazie all’arrivo di cittadini stranieri. Il risultato è una contrazione demografica più accentuata della media nazionale.

Il rapporto evidenzia anche un incremento dei beneficiari di ammortizzatori sociali, in particolare di NASpI, a seguito di cessazioni o sospensioni dei rapporti di lavoro.

In sintesi, l’occupazione mostra una crescita selettiva: migliorano i numeri complessivi, ma persistono criticità legate al divario di genere, alla precarietà contrattuale, alla stagnazione dei salari e al mismatch tra domanda e offerta di competenze, soprattutto nei settori che richiedono professionalità qualificate.

Il contesto rimane fragile – è stato sottolineato durante la seduta – e il rischio maggiore riguarda la contrazione della popolazione in età lavorativa, aggravata dall’emigrazione giovanile, in particolare di chi possiede titoli di studio elevati e competenze tecniche”.

I prossimi anni, è stato ricordato in chiusura dei lavori, saranno decisivi per il futuro occupazionale del territorio. La conclusione dei finanziamenti del PNRR, le transizioni ecologica e digitale e la trasformazione delle filiere produttive ridisegneranno profondamente il mercato del lavoro leccese, imponendo strategie di lungo periodo per trattenere talenti e creare nuova occupazione stabile.

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