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Taranto

«L’aeroporto di Grottaglie ha visto più promesse che voli. La politica lo tiene prigioniero»

Confartigianato denuncia l’ennesimo rinvio sull’apertura ai voli civili. Fabio Paolillo: “Ogni elezione riaccende il sogno, poi cala il silenzio. Bari e Brindisi difendono i loro scali, ma qui servono scelte coraggiose e rispetto per un territorio dimenticato”

Un aereo Swissair in fase di atterraggio sulla pista dell'aeroporto di Grottaglie (foto scattata il 24 gennaio 2019))

Un aereo Un aereo in fase di atterraggio sulla pista dell'aeroporto di Grottaglie -archivio

TARANTO – È una storia che si ripete da oltre mezzo secolo, quella dei voli civili a Grottaglie. Una vicenda fatta di proclami, inaugurazioni e attese mai ripagate dai fatti. Da Confartigianato Imprese Taranto arriva un nuovo, duro atto d’accusa contro la politica regionale e nazionale, accusata di mantenere lo scalo “prigioniero di interessi e campanilismi” che ne impediscono da sempre lo sviluppo.

Dal 1964 ad oggi, l’aeroporto di Grottaglie ha visto più promesse che voli – denuncia il segretario provinciale Fabio Paolillo –. Ogni campagna elettorale ripropone la stessa favola dell’apertura ai voli civili, ma a decollare sono solo le parole. È tempo di dire chiaramente se l’aeroporto può avere un futuro, oppure no.”

Confartigianato ricorda che l’aeroporto grottagliese ha avuto periodi di attività commerciale intermittente, con riaperture negli anni ’80 e ’90 e successivi stop dovuti a difficoltà economiche o gestionali. “Una storia fatta di entusiasmi brevi – osserva Paolillo – e di silenzi lunghi. Passate le elezioni, si spengono luci e microfoni, insieme alle speranze di un territorio che meriterebbe ben altro trattamento.”

Nel mirino dell’associazione ci sono soprattutto le scelte politiche regionali, considerate inique nei confronti dell’area jonica. Bari e Brindisi, si legge nella nota, “difendono con determinazione i loro scali, concentrando rotte e investimenti, mentre Grottaglie resta esclusa dai grandi flussi”. Per Confartigianato, il vero ostacolo non è tecnico ma politico e campanilistico: “Non servono ingegneri per capirlo, basta guardare dove si dirigono i fondi e le attenzioni. Bari e Brindisi non cederanno mai parte delle loro rotte, e la politica difende questo equilibrio di potere”.

Il segretario Paolillo condivide la posizione già espressa dal deputato Dario Iaia e dai sindaci di Taranto e Grottaglie, riconoscendo che la vicenda è ormai un nodo eminentemente politico. “Chiediamo che vengano resi pubblici i risultati dello studio Paleari sulla sostenibilità economica dello scalo e che la Regione Puglia segua la stessa strada intrapresa per Foggia, avviando una Conferenza di Servizi per la continuità territoriale e per gli oneri di servizio pubblico. Se c’è volontà, si agisca. Se non c’è, si abbia almeno il coraggio di dirlo chiaramente.”

A pesare, secondo Confartigianato, è anche una percezione distorta di Taranto e della sua provincia, ancora vista come “una realtà marginale”. “Quando si parla con gli interlocutori istituzionali di Bari o Brindisi – racconta Paolillo – la risposta è quasi sempre la stessa: ‘Avete Brindisi a meno di un’ora e Bari poco più lontano’. È come se la nostra comunità potesse sempre arrangiarsi. Ma questa visione ci penalizza e ci umilia. Taranto non è una periferia, è un capoluogo industriale che merita rispetto e collegamenti adeguati.

Il segretario non nasconde la frustrazione di un territorio stanco di sentirsi “cenerentola” delle infrastrutture pugliesi. “Ci sono muri che non sono di cemento, ma di convenienze – spiega –. Muri costruiti da chi teme di perdere traffico o influenza. È un ‘no’ trasversale, politico e non solo, che nessuno vuole nominare. Ma il risultato è sotto gli occhi di tutti: Grottaglie resta ferma a terra.”

Per Confartigianato Taranto, la riapertura ai voli civili avrebbe un impatto immediato sul sistema economico locale, riducendo tempi e costi di viaggio per le imprese e rendendo l’area jonica più competitiva e integrata nei circuiti regionali e nazionali. “Non si tratta di una battaglia di campanile – aggiunge Paolillo – ma di un’esigenza concreta di sviluppo e di dignità per un territorio che ha già pagato un prezzo altissimo in termini ambientali e sociali.”

L’appello finale è diretto e amaro: “La pazienza è finita. Chiediamo che l’aeroporto di Grottaglie venga finalmente sottratto al teatrino elettorale. Basta slogan, basta promesse. Servono decisioni vere e responsabilità. Chi crede davvero nell’apertura dello scalo lo dimostri con i fatti, non con le parole.

Con la consapevolezza che, ancora una volta, l’autunno politico si chiude con le stesse parole di sempre: Grottaglie attende, Taranto spera, ma i voli restano a terra.

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