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Il punto
27 Ottobre 2025 - 06:42
Un aereo in volo
TARANTO - Sebbene il Piano Strategico di Aeroporti di Puglia delinei un futuro da hub aerospaziale e cargo per l'aeroporto "Marcello Arlotta" di Taranto-Grottaglie, sostenuto da un investimento strategico di 169 milioni di euro, questa visione istituzionale si scontra duramente con la realtà e le ambizioni del territorio ionico.
Il dibattito è tornato ad accendersi dopo il Consiglio Comunale monotematico a Taranto, convocato per discutere l'imprescindibile necessità dei voli passeggeri di linea dallo scalo. L'assise, tuttavia, è risultata monca, con l'assenza dei principali attori istituzionali, i rappresentanti della Regione Puglia e di Aeroporti di Puglia (AdP). Una defezione che ha acuito il senso di isolamento e la storica percezione che le scelte infrastrutturali regionali continuino a privilegiare l'asse adriatico a discapito dell'area tarantina.
Nonostante le assenze di rilievo, la seduta ha prodotto un risultato politico significativo, una mozione unitaria, approvata all'unanimità da maggioranza e opposizione. Questo esito, come sottolineato dal presidente del Consiglio, Gianni Liviano, dimostra la capacità della comunità politica di unirsi per difendere gli interessi del territorio.
Sulla scorta di tale dibattito, è dunque doveroso riepilogare la pianificazione generale per i quattro aeroporti pugliesi.
La Puglia si appresta a un ambizioso salto di qualità per la propria infrastruttura aeroportuale. Abbandonata la logica dello scalo singolo, Aeroporti di Puglia (AdP) ha varato un approccio strategico che definisce la sua rete tramite il Masterplan dei quattro scali (Bari, Brindisi, Foggia e Taranto-Grottaglie) e il Piano Strategico 2023-2028. L'obiettivo è massimizzare il contributo di ciascun aeroporto al territorio, proiettando la regione verso 12,2 milioni di passeggeri entro il 2027.
Il cuore di questa trasformazione è un massiccio piano di investimenti, consolidato dal Contratto di Programma ENAC-AdP (2024-2027), che stanzia oltre 218 milioni di euro, parte di un totale di 270 milioni previsti dal Piano Strategico. Le risorse saranno convogliate su tre assi principali: il potenziamento e l'ammodernamento della capacità infrastrutturale; l'impulso alla sostenibilità e digitalizzazione (con particolare attenzione al fotovoltaico e all'efficienza energetica); e lo sviluppo del network di destinazioni per rafforzare il ruolo di motore economico della regione.
Il punto nodale del piano, che in alcuni casi estende gli orizzonti temporali fino al 2035, risiede nella diversificazione della vocazione di ogni aeroporto.
Il "Karol Wojtyla" di Bari, fulcro del traffico aereo e principale hub internazionale passeggeri per l'area metropolitana e il Nord Puglia, si concentra sull'aumento della capacità ricettiva. Con circa 66 milioni di euro di investimenti nel quadriennio, il piano prevede l'ampliamento dell'aerostazione e del piazzale di sosta aeromobili, oltre a un forte impulso per la digitalizzazione e il monitoraggio energetico.
L'"Antonio Papola" di Brindisi si conferma il polo strategico per l'aviazione commerciale e il turismo del Salento, mirando a gestire 4,4 milioni di passeggeri entro il 2035. Le priorità sono la riqualificazione e l'ampliamento del terminal con un nuovo edificio; il potenziamento del sistema bagagli con tecnologie all'avanguardia per la sicurezza; e un progetto strategico di intermodalità, il collegamento ferroviario diretto con la stazione di Brindisi.
Il "Marcello Arlotta" di Taranto-Grottaglie presenta la vocazione più futuristica, puntando a diventare hub aerospaziale e cargo nazionale. Attraverso un investimento stimato in 169 milioni di euro, Grottaglie è designato come Primo Spazioporto civile in Italia per i voli in microgravità suborbitale e la sperimentazione aerospaziale. Parallelamente, diverrà una piattaforma logistica cargo specializzata, a supporto delle aerostrutture industriali, dell'attività logistica retroportuale e della catena del freddo.
Il "Gino Lisa" di Foggia svolge il duplice ruolo di polo delle emergenze (SIEG) e hub per l’Advanced Air Mobility (AAM). Lo scalo si candida come base logistica e operativa centrale per i servizi di soccorso e Protezione Civile, coordinando l'intera rete di elisuperfici. Allo stesso tempo, Foggia sarà il centro per lo sviluppo di futuri network di vertiporti (per droni e "aerotaxi"), supportando una crescita progressiva del traffico passeggeri mirata a 200.000 unità annue entro il 2035.
Il Contratto di Programma 2024-2027 traduce questa visione in cifre concrete, rispecchiando le vocazioni specifiche. Le risorse sono così ripartite: circa il 30% a Bari per l'ampliamento passeggeri; il 25% a Brindisi per l'ampliamento del terminal e l'intermodalità ferroviaria; il 23% a Taranto-Grottaglie per le infrastrutture aerospaziali e la logistica cargo; e il restante 22% a Foggia per il polo delle emergenze e lo sviluppo dell'Advanced Air Mobility.
È così che la Puglia sta costruendo una rete aeroportuale differenziata e resiliente, preparata ad affrontare non solo l'aumento del traffico turistico e commerciale, ma anche le sfide dell'innovazione aerospaziale e della mobilità aerea avanzata del futuro.
Per dovere di cronaca riferiamo che a Brindisi, proprio in queste ultime ore, si sta creando un nuovo fronte di scontro politico e territoriale. Dalla prossima settimana, sarà soppresso il terzo volo giornaliero Brindisi–Roma Fiumicino. Questo episodio, unito al dibattito di Taranto, sottolinea come, nonostante un piano di investimenti e diversificazione che mira a proiettare la Puglia nel futuro aerospaziale, la questione della connettività essenziale e del servizio passeggeri rimanga l'elemento più sensibile e politicamente esplosivo per i territori periferici della regione.
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