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Bari

“Precarietà e fuga dei giovani, senza lavoro stabile la regione non ha futuro”

Ugl Puglia commenta i dati dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro relativi al primo trimestre 2025: oltre l’80% dei contratti è a termine e il 45% dura meno di un mese

Giovani e disoccupazione

Giovani e disoccupazione

BARI - I dati del primo trimestre 2025 diffusi dall’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Regione Puglia offrono una fotografia preoccupante: precarietà diffusa, contratti di breve durata e scarse opportunità di stabilità. È il quadro che l’UGL Puglia denuncia con forza, evidenziando come questa condizione alimenti una crisi sociale profonda e favorisca l’emigrazione dei giovani.

Nel periodo esaminato sono stati attivati circa 290.000 contratti di lavoro, ma oltre l’80% risulta a tempo determinato e, nella maggior parte dei casi, con durata molto breve. Il 45,1% dei rapporti cessati non supera i 30 giorni, mentre solo il 13% arriva a un anno. “Il lavoro stabile è diventato un’eccezione – ha dichiarato il segretario regionale Marcello Fazio –. Non possiamo accettare che migliaia di lavoratori pugliesi vivano in un limbo, senza la possibilità di costruire il proprio futuro. La precarietà non può essere la regola.”

I settori trainanti dell’economia regionale – agricoltura, ristorazione, commercio e costruzioni – restano dominati dalla stagionalità, che genera un turnover continuo. Il 66,8% delle cessazioni avviene per scadenza naturale dei contratti, con l’agricoltura che da sola rappresenta oltre il 40% delle nuove attivazioni, spesso impieghi temporanei di braccianti o manovali. “Questo modello produttivo non genera sviluppo, ma incertezza – ha aggiunto Fazio –. I nostri lavoratori meritano dignità e stabilità, non un’eterna alternanza tra impiego e disoccupazione.”

Il sindacato mette inoltre in relazione la precarietà con la sicurezza sul lavoro, sottolineando che chi vive nella paura di perdere il posto tende a non denunciare condizioni pericolose o irregolarità. “Un lavoratore precario – spiega Fazio – è più esposto a rischi fisici e psicologici. La fragilità contrattuale diventa un ricatto che mina la sicurezza e i diritti fondamentali.”

I contratti a tempo indeterminato restano marginali: solo 7,3% delle nuove attivazioni, pari a 21.046 posizioni su oltre 290.000 totali. Anche le cessazioni di rapporti stabili, che rappresentano il 13% del totale, indicano una difficoltà strutturale nel mantenere occupazione duratura. “Il lavoro di qualità sta scomparendo – osserva Fazio –. Senza stabilità non c’è futuro, e senza sicurezza non c’è dignità. Un contratto stabile significa poter far valere i propri diritti e dire no a condizioni inaccettabili.”

La crisi occupazionale, avverte il sindacato, si intreccia con la crisi demografica. La denatalità in Puglia è, secondo l’UGL, il risultato diretto dell’instabilità economica. “Come può un giovane pensare di mettere su famiglia se non sa se lavorerà il mese successivo? – afferma Fazio –. L’assenza di certezze sta svuotando la nostra regione.”

Negli ultimi 20 anni oltre 70.000 giovani pugliesi sotto i 39 anni hanno lasciato la regione. Un terzo di loro è laureato e si è trasferito al Nord o all’estero in cerca di migliori prospettive. “È un esodo silenzioso ma devastante – sottolinea il segretario –. Stiamo perdendo le nostre risorse migliori, formate con sacrificio e fondi pubblici. È un impoverimento irreversibile del capitale umano.”

Per l’UGL è indispensabile un cambio di rotta radicale. Il sindacato chiede alla Regione e al governo di incentivare l’occupazione stabile, combattere l’abuso dei contratti precari, sostenere la formazione qualificata e promuovere salari dignitosi. “Dobbiamo ridare valore al lavoro – conclude Fazio –. Solo con stabilità, sicurezza e prospettive vere potremo fermare la fuga dei giovani e costruire un futuro per la Puglia. Senza lavoro di qualità, questa regione rischia di restare senza speranza.”

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