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Taranto

Vertenza ex Ilva, Comune e sindacati chiedono un intervento pubblico per la svolta verde e la tutela del lavoro

Dopo anni di rinvii, Taranto chiede certezze: decarbonizzazione, sicurezza sanitaria e salvaguardia dei posti di lavoro al centro del documento congiunto firmato da Comune, Fim, Fiom e Uilm con Cgil, Cisl e Uil al termine della manifestazione di oggi

L'incontro tra i sindacati e il sindaco Piero Bitetti

L'incontro tra i sindacati e il sindaco Piero Bitetti

TARANTO - Il Comune di Taranto e le sigle sindacali Fim, Fiom e Uilm, insieme a Cgil, Cisl e Uil e alle categorie dell’appalto e dell’indotto siderurgico, lanciano un appello unitario per un cambio di passo immediato nella gestione della vertenza ex Ilva. L’obiettivo, condiviso da tutte le parti, è un intervento pubblico forte e strutturale che assicuri la salvaguardia della salute, dell’occupazione e degli impianti del polo siderurgico jonico.

La città, si legge nella nota congiunta, si trova in una fase cruciale: dopo anni di incertezze, esiste finalmente la possibilità concreta di avviare una vera transizione industriale, fondata sulla decarbonizzazione del sito e sul pieno rispetto dei diritti costituzionali al lavoro e alla salute.

Per gli enti e i sindacati firmatari, il punto di partenza non può che essere la centralità assoluta del processo di decarbonizzazione, da pianificare con tempi certi, risorse adeguate e un nuovo quadro autorizzativo ambientale che sancisca l’abbandono definitivo del ciclo a carbone.

Comune e rappresentanze dei lavoratori ritengono indispensabile la definizione di un Accordo di Programma, che veda coinvolti Governo, Regione Puglia, enti locali e parti sociali. Tale strumento, sottolineano, dovrà garantire piena tutela occupazionale, nel rispetto delle clausole previste dall’accordo del 6 settembre 2018, e introdurre misure straordinarie per i dipendenti di ADI in amministrazione straordinaria, Ilva in AS e per i lavoratori dell’appalto. Tra queste, vengono richiesti prepensionamenti, incentivi all’esodo volontario e programmi di riqualificazione professionale per accompagnare la transizione.

Un capitolo rilevante del documento riguarda anche la tutela della salute dei lavoratori. Comune e sindacati tornano a chiedere l’attivazione di screening sanitari periodici, come già suggerito dalla Commissione Sanità regionale, e la piena valorizzazione del personale dell’indotto, con l’introduzione di una clausola sociale vincolante che garantisca la continuità occupazionale anche nei nuovi impianti.

“La transizione ecologica e industriale di Taranto non può essere ulteriormente rimandata”, si legge nel comunicato, che definisce questa fase come una responsabilità collettiva verso i lavoratori, le famiglie e le generazioni future. “Il tempo dei proclami è finito – si sottolinea –: ora servono scelte, atti concreti e certezze”.

L’Amministrazione comunale e le organizzazioni sindacali hanno inoltre concordato di istituire, dopo l’incontro previsto per il 28 ottobre a Palazzo Chigi, un gruppo di lavoro congiunto incaricato di analizzare le criticità che emergeranno in quella sede e di definire orientamenti condivisi per il prosieguo della vertenza.

Con questo passo, Comune e sindacati intendono riportare Taranto al centro del dibattito nazionale, ponendo le basi per una riconversione industriale che unisca lavoro dignitoso, tutela ambientale e salute pubblica.

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