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Taranto

Il Comune: "Taranto non sia un corridoio di guerra"

La presa di posizione dell'amministrazione guidata da Bitetti dopo il caso della petroliera Sealsalvia al Porto

porto

Una veduta del porto di Taranto

"Taranto non sarà il retroporto di nessuna guerra": è il messaggio della maggioranza che guida il Comune. Parole, viene spiegato, che arrivano a seguito di un episodio che sta facendo discutere.

"Dopo il blocco della petroliera Seasalvia il 25 settembre, anche il 26 sera e nella serata di ieri lavoratori e cittadini sono tornati davanti alle banchine per fermare il rifornimento di greggio destinato all’aviazione militare israeliana". Continuaa maggioranza che sostiene l'amministrazione Bitetti: "È inaccettabile che il nostro porto e gli impianti industriali del territorio, a partire da Eni, siano coinvolti in operazioni che alimentano conflitti armati. La comunità di Taranto, già gravata da decenni di sacrifici ambientali, non può essere associata a traffici che colpiscono civili e violano il diritto umanitario".

La richiesta al Governo nazionale è"di fare chiarezza sulle destinazioni e alle aziende che operano sul nostro territorio, Eni in primis, di assumersi la responsabilità di non prestarsi a forniture che trasformano Taranto in un corridoio di guerra. Il porto e il polo industriale di Taranto devono servire la pace, il lavoro dignitoso e la transizione ecologica, non i bombardamenti. La nostra città rifiuta ogni complicità".

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