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Grottaglie

WindRunner, l’aerospazio per superare la dipendenza dal polo siderurgico

Il maxi progetto di Radia entra nella fase operativa: 2.500 posti di lavoro diretti e un indotto in crescita per rilanciare il territorio ionico

Un aereo in volo

Un aereo in volo - archivio

GROTTAGLIE  - Il progetto Radia WindRunner a Grottaglie entra nella fase operativa, con i primi adempimenti formali attesi già a settembre. Un'iniziativa destinata a segnare un punto di svolta per il territorio ionico, storicamente segnato dalla crisi dell'ex Ilva. Con l'apertura dei cantieri prevista tra il 2025 e il 2026, il progetto si propone come un'alternativa strategica, puntando sull'alta tecnologia aerospaziale. Questo settore offre opportunità di crescita a valore aggiunto, soprattutto nella ricerca, nell'ingegneria avanzata e nella produzione di componenti complessi, elevando il profilo innovativo del territorio.

Per rispettare le scadenze, l'avvio dei lavori dipende da un complesso iter burocratico. L'iter si dovrebbe aprire con la conferenza dei servizi, per riunire gli enti pubblici giurisdizionali, la Regione Puglia, il Comune di Grottaglie, gli eventuali altri Comuni, Aeroporti di Puglia e la Marina Militare. La normativa italiana prevede termini precisi per questa procedura, 30 giorni per le amministrazioni ordinarie e 45 giorni per gli enti che tutelano interessi sensibili, come l'ambiente e la salute. La mancata risposta entro i termini previsti attiva il principio del silenzio assenso, un meccanismo che accelera le pratiche burocratiche, spesso percepite come un ostacolo agli investimenti. Una volta superata questa fase, si procederà con la formalizzazione dell'accordo di programma, uno strumento che vincola tutti i soggetti, specifica le risorse da impegnare e i tempi di esecuzione, garantendo che il progetto proceda in modo coordinato e vincolante per tutte le parti coinvolte. Secondo il presidente e amministratore delegato di Radia Italia, Giuseppe Giordo, l'investimento avanza come previsto. L'obiettivo di realizzare il primo volo del velivolo entro il 2029 rende indispensabile la cantierizzazione degli impianti nei prossimi mesi, un'agenda ancora coerente con le autorizzazioni da ottenere.

L'investimento di Radia offre una via d'uscita dalla totale dipendenza dall'industria siderurgica. Con una previsione di 2.500 nuovi posti di lavoro diretti e un indotto potenziale notevolmente più ampio, il progetto agirà come un catalizzatore per il rilancio del tessuto socio-economico locale. Non si tratta solo di numeri, ma di un cambio di rotta che abbraccia sia la transizione energetica sia la manifattura di alta gamma. L'indotto, che si estende a fornitori, aziende di servizi e attività commerciali, amplificherà ulteriormente l'impatto occupazionale sul territorio. Il velivolo WindRunner, progettato per trasportare le pale eoliche di nuova generazione, si inserisce perfettamente in questa visione, collegando le nuove esigenze del mercato globale alle competenze industriali del Sud Italia.

La scelta di Grottaglie non è casuale. Il progetto si integra in una filiera industriale esistente, sfruttando competenze e infrastrutture locali e internazionali. Le partnership con aziende di punta come Leonardo e Magnaghi Aeronautica sono un chiaro segnale di come WindRunner non sia un evento isolato, bensì un tassello determinante per rafforzare l'intero sistema industriale in crescita. La realizzazione della fusoliera, affidata a Leonardo, e dei carrelli di atterraggio, a Magnaghi, sfrutta l'esperienza già maturata con la commessa del Boeing 787 Dreamliner. L'aspetto internazionale del progetto è evidente dal coinvolgimento dei partner. La Radia (USA) è azienda capofila; Aernnova (Spagna) realizzerà le ali; e altre aziende olandesi e britanniche assicureranno la loro collaborazione. Questo modello di sviluppo, che si basa su competenze specializzate e cooperazione globale, mira a rendere il territorio pugliese più solido e meno vulnerabile alle grandi crisi economiche.

Così, l'industria aerospaziale, l'infrastruttura aeroportuale e la logistica intermodale entrano in piena sinergia. La pista di 3.200 metri dell'aeroporto "Marcello Arlotta", la più lunga del Sud Italia, è un asset fondamentale in grado di accogliere velivoli di grandi dimensioni. Questa capacità sarà decisiva per l'assemblaggio in loco del velivolo e successivamente per i test e i voli del prototipo. Tale sinergia potrebbe creare un vero e proprio distretto produttivo, dove la vicinanza dell'infrastruttura aeroportuale si combina con una rete logistica intermodale in un'area di scambio, che include collegamenti stradali e ferroviari. Questo sistema integrato permette di gestire in modo efficiente l'intera catena del valore montante, dall'arrivo delle materie prime e dei componenti (come le ali dalla Spagna o i carrelli dalla Campania) fino alle consegne finali dell'aereo.

Il progetto WindRunner, sfruttando questa rete, si posiziona come un hub logistico e industriale capace di connettere il tessuto produttivo pugliese e italiano ai mercati globali.

In un siffatto scenario, Grottaglie potrebbe trasformarsi da semplice area industriale a polo avanzato, con ricadute positive non solo in termini di posti di lavoro, ma anche di attrazione di nuovi investimenti. La presenza di un'azienda leader come Radia rafforza ulteriormente il profilo del territorio, dimostrando che il rilancio del Mezzogiorno, quasi a capovolgere la "Questione Meridionale", passa attraverso asset assolutamente innovativi e attraverso la generazione di ecosistemi industriali resilienti e orientati alle avanguardie di progresso e sviluppo.

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