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Taranto

L’autunno caldo dell’industria pugliese: attesa per le verifiche su Ilva e Leonardo

Tra cassa integrazione, piani ambientali e strategie mancate, settembre dirà se ci sarà futuro per i poli produttivi di Taranto e Grottaglie

L’autunno caldo dell’industria pugliese: attesa per le verifiche su Ilva e Leonardo

Uno degli ultimi vertici a Roma sull'ex Ilva

TARANTO - Settembre si avvicina e l'attenzione del territorio ionico si concentra su due scadenze importanti per il destino industriale della regione, la vertenza dell'ex Ilva di Taranto e quella di Leonardo a Grottaglie. Sebbene si tratti di due realtà molto diverse, entrambe rappresentano il nodo irrisolto di un'economia locale che cerca un equilibrio tra produzione, sostenibilità e occupazione. Le verifiche previste per l'inizio dell'autunno saranno utili per comprendere i destini di migliaia di lavoratori e per dare indirizzo alle politiche industriali della regione.

La crisi dell'ex Ilva di Taranto rimane comunque uno dei capitoli più complessi e spinosi del panorama italiano. La vertenza è un intricato groviglio di questioni finanziarie, ambientali, lavorative e giudiziarie che si trascina da anni senza soluzione. A inizio 2024, la situazione è precipitata, con la dichiarazione di stato di insolvenza e il conseguente commissariamento straordinario che hanno di fatto sancito la fine dell'intesa con il socio privato.

L'obiettivo della gestione commissariale è duplice, garantire la continuità produttiva e, al contempo, attuare il piano di risanamento ambientale, da cui dipende la sostenibilità della fabbrica. Oggi, l'opificio si trova in una fase di estrema fragilità economica e operativa, con la produzione di acciaio ai minimi storici, ben lontana dai volumi necessari per renderla redditiva e autosufficiente. La mancanza di liquidità ha messo a rischio le manutenzioni e gli acquisti, creando un circolo vizioso che limita ulteriormente la capacità produttiva.

Sul fronte giudiziario, la questione ambientale continua a rappresentare un ostacolo insormontabile. Le cause legali in corso per danni ambientali e la richiesta di sequestro di alcuni impianti aggiungono inquietudine al quadro generale. Per i lavoratori la situazione rimane assai difficile, con migliaia di operai in cassa integrazione e un futuro occupazionale preoccupante. I sindacati chiedono un piano industriale chiaro che metta al centro la tutela dei posti di lavoro, la sicurezza e la salute. A settembre, l'attenzione si sposterà sulle prossime mosse del Governo e dei commissari. E determinante sarà capire se i fondi stanziati basteranno a rilanciare la produzione, se i piani di risanamento ambientale saranno finalmente efficaci e se si riuscirà a trovare un nuovo partner industriale per dare prospettive all'azienda.

Parallelamente, a Grottaglie cresce l'attesa per una verifica concreta del piano di rilancio della Leonardo, volto a superare la storica monocommittenza legata alla produzione delle fusoliere per il Boeing 787. Sebbene la holding pubblica abbia annunciato la sua strategia di diversificazione, i sindacati esprimono un forte scetticismo riguardo allo stato di avanzamento del piano. La critica principale non riguarda tanto la scelte in sé, quanto piuttosto il divario evidente tra gli annunci e la loro concreta fattibilità.

C'è il timore che i nuovi progetti, sebbene promettenti, rimangano confinati in una fase prototipale, senza mai raggiungere i volumi di attività necessari a garantire la piena occupazione e la economicità dello stabilimento. La quasi totale dipendenza dal programma Boeing 787 persiste; e i recenti rallentamenti nella produzione del velivolo civile hanno già portato al ricorso alla cassa integrazione, confermando la vulnerabilità del sito.

Il trasferimento della linea di assemblaggio finale del convertiplano AW609 è ancora in fase di confronto interno per definire tempi di implementazione e ricadute occupazionali. Analogamente, le lavorazioni sulle fusoliere per i prototipi del drone Proteus e del velivolo elettrico VX4 non generano ancora volumi di lavoro sufficienti a compensare i carichi perduti. Anche la partecipazione al programma Eurodrone sembra essere al momento sospesa. I sindacati ritengono che solo un piano industriale dettagliato, con investimenti certi e un programma preciso, possa dissipare i timori di una “caduta industriale” e assicurare tranquillità e stabilità ai lavoratori. E, appunto, la verifica di settembre sarà dirimente per valutare se la strategia di Leonardo riuscirà a trasformare i progetti annunciati in consolidate realtà produttive, superando la fase iniziale di avvio e per riportare l'insediamento di Grottaglie a pieno regime.

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