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Gallipoli
16 Agosto 2025 - 11:52
Il blitz della Guardia di Finanza a Gallipoli
GALLIPOLI - La Guardia di finanza ha acceso i riflettori sugli affitti turistici a Gallipoli e nelle località limitrofe del Salento, dove gli appartamenti destinati ai vacanzieri sono stati sottoposti a una serie di verifiche. I controlli, condotti dal Comando Provinciale di Lecce e affidati alla Compagnia di Gallipoli, hanno interessato 62 abitazioni situate nei quartieri di Baia Verde e Lido San Giovanni. All’interno sono stati trovati complessivamente 424 turisti, disposti a pagare canoni compresi tra 1.500 e 3.000 euro a settimana per singolo alloggio.
L’attenzione degli investigatori si è concentrata sul rispetto delle norme igienico-sanitarie previste dal decreto ministeriale del 5 luglio 1975 e sulla verifica del rispetto dei limiti di densità abitativa fissati dall’ordinanza sindacale n. 172 del 24 luglio 2017. La norma stabilisce che, in caso di superamento dei parametri, scatta una sanzione amministrativa di 350 euro per ogni persona in eccedenza, oltre alla possibilità di ordinare lo sgombero degli immobili sovraffollati.
Dai primi accertamenti sono emerse 22 violazioni alla citata ordinanza, con la presenza di 74 ospiti oltre il limite consentito. Le sanzioni che saranno applicate ai locatori supereranno i 25 mila euro, mentre parallelamente verranno approfonditi i profili fiscali legati al mancato rispetto degli obblighi tributari.
Tra i casi più gravi segnalati, quello di un appartamento di appena 50 metri quadrati dove avrebbero potuto alloggiare al massimo tre persone: i finanzieri ne hanno trovate 9, di cui 5 minorenni. In un’altra circostanza è stata accertata la locazione di un locale registrato catastalmente come rimessa per autoveicoli, ora oggetto di ulteriori verifiche da parte dell’ufficio tecnico comunale.
Non sono mancati risvolti penali. Due proprietari sono stati deferiti alla Procura della Repubblica per non aver comunicato alla Questura di Lecce le generalità degli alloggiati.
La Guardia di finanza ha sottolineato che l’evasione fiscale rappresenta un ostacolo allo sviluppo economico, poiché altera la concorrenza, penalizza l’equità e sottrae risorse da destinare alle fasce più deboli. Da qui la scelta di un’azione “chirurgica” contro chi aggira le regole del mercato e sottrae introiti al fisco.
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