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Taranto

Ex Ilva, “Se volete chiuderla, prima garantite il futuro ai 18mila lavoratori”

Il coordinatore provinciale dell’Unione sindacale di base Franco Rizzo critica la gestione politica della vertenza e denuncia anni di errori e ipocrisie. “Serve una soluzione concreta, non uno scontro tra partiti”

Franco Rizzo

Franco Rizzo

TARANTO - Il coordinatore provinciale dell’Usb, Franco Rizzo, lancia un messaggio diretto alla politica: “Se la scelta è la chiusura dello stabilimento ex Ilva, per noi può andare bene, ma a una condizione: il giorno prima bisogna garantire il futuro ai 18mila lavoratori coinvolti”.

Rizzo ha ricordato come, nella città jonica, da anni non si riesca a trovare una soluzione nemmeno per vertenze di dimensioni ridotte, come le 38 unità della ex Cementir o il centinaio di dipendenti di Isola Verde. “È lecito dubitare – ha osservato – che si riesca a intervenire in modo efficace su un’azienda delle dimensioni dell’ex Ilva”.

Per il sindacalista, la vertenza si sta trasformando in un braccio di ferro politico, più che in un vero confronto industriale. “Siamo davanti a un regolamento di conti interno alla sinistra, e come sempre a pagare sono i lavoratori e le lavoratrici. Non è accettabile. Chi oggi chiede interventi decisivi, in passato ha governato per anni senza realizzarli. Gli errori accumulati in 13 anni hanno portato al fallimento della politica industriale nazionale”.

Rizzo parla di ipocrisia politica, denunciando che partiti e movimenti appaiono più concentrati sulla costruzione di alleanze in vista delle prossime elezioni regionali che sulla tutela delle 18mila famiglie legate allo stabilimento, compresi i dipendenti diretti, quelli di Ilva in amministrazione straordinaria e delle aziende dell’indotto. “Il paradosso – ha aggiunto – è vedere chi ieri promuoveva progetti di decarbonizzazione dello stabilimento chiedere oggi, di fatto, la sua chiusura”.

Usb rivendica di aver messo sul tavolo da tempo proposte concrete come incentivi, riconoscimento dell’amianto e del lavoro usurante, presentate a quattro governi consecutivi, e di aver elaborato un “piano B” per i lavoratori in previsione di un possibile esito negativo della vertenza.

Il sindacalista lamenta anche il silenzio dei leader politici nazionali e di figure istituzionali di rilievo, come il presidente della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo, Antonio Decaro, indicato come probabile candidato alla presidenza della Regione Puglia.

“La nostra richiesta è semplice – ha concluso Rizzo –: sedetevi a un tavolo, ragionate e trovate una soluzione. Per il bene di tutti, assumetevi le responsabilità che vi competono”.

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