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Taranto
11 Agosto 2025 - 15:04
Un presidio dei lavoratori davanti all'ex Ilva - Foto di archivio
TARANTO - La vertenza sull’ex Ilva entra in una fase che i rappresentanti sindacali definiscono decisiva per il futuro della città, della Puglia e dell’intero Paese. Le RSU e RLS Fiom-Cgil delle Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, insieme ai delegati di Ilva in a.s. e dell’appalto, ribadiscono che “non si è disposti a scegliere tra salute e lavoro” e che “entrambi i diritti devono essere garantiti”.
Per i delegati, l’ex Ilva rimane, nonostante le difficoltà, la principale fonte di reddito per la città, con circa 15.000 lavoratori legati direttamente o indirettamente allo stabilimento. “Una chiusura improvvisa – avvertono – sarebbe un disastro economico, sociale e ambientale, soprattutto in assenza di garanzie reali per le bonifiche”.
La posizione sindacale è netta: nessuna fabbrica “a tutti i costi”, ma neppure la rinuncia a un presidio industriale che, se gestito con scelte sostenibili e interventi di manutenzione, possa assicurare occupazione stabile e un futuro programmato.
Secondo la Fiom, il Governo deve assumere un ruolo centrale nel definire un progetto chiaro e condiviso. Gli impegni richiesti sono concreti:
Continuità produttiva controllata, con manutenzioni ordinarie e straordinarie per garantire reddito e potere contrattuale alla città.
Decarbonizzazione con tempi e finanziamenti certi, realizzando forni elettrici e impianti DRI, corredati da studi sull’alimentazione energetica e sull’impatto ambientale e sanitario.
Strumenti legislativi straordinari per tutelare il reddito di tutti i lavoratori, evitando che i costi della transizione ricadano su di loro.
Potenziamento sanitario con un piano straordinario di screening oncologici per i dipendenti del siderurgico e per le fasce di popolazione più a rischio.
Programmi di bonifica e riconversione delle aree industriali dismesse, come Cementir e Sanac.
“Taranto – affermano i rappresentanti – è stanca di promesse mancate e rinvii. Non vogliamo una scelta obbligata tra salute e lavoro: vogliamo entrambe le cose, perché entrambe ci spettano e perché tutto abbiamo dato”.
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