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Incendi, estate di devastazione: già bruciati 6.941 ettari. Taranto è la seconda provincia più colpita

Coldiretti denuncia un danno incalcolabile all’ecosistema regionale. Distrutti boschi, colture e aree di pregio naturalistico. Preoccupano i roghi dolosi e l’assenza di prevenzione, mentre la riforestazione richiederà fino a 15 anni

Incendi, estate di devastazione: già bruciati 6.941 ettari. Taranto è la seconda provincia più colpita

L'incendio divampato a Taranto - archivio

TARANTO - Un’estate di fuoco sta segnando in maniera drammatica l’ecosistema pugliese. Dal 1° giugno al 10 agosto 2025, gli incendi hanno già divorato 6.941 ettari di vegetazione, secondo i dati Effis diffusi da Coldiretti Puglia. La provincia di Foggia è la più colpita, con 4.804 ettari andati in fumo. Seguono Taranto con 890 ettari, Lecce con 509, la Bat con 400 e Bari con 338.

A pagare il prezzo più alto sono territori di grande valore paesaggistico, naturalistico e turistico. Vigili del fuoco, protezione civile e forze dell’ordine sono impegnati senza sosta per arginare fiamme che cancellano campi di grano, colture, alberi secolari. Coldiretti denuncia lo “sfregio” annuale alla Capitanata, aggravato da scarsa prevenzione, assenza di sorveglianza e carente educazione ambientale, elementi che rendono più vulnerabile un patrimonio fondamentale per la biodiversità e la stabilità idrogeologica.

La mappa forestale regionale mostra un paesaggio ricco di varietà. I boschi di cerro, farnetto, fragno e vallonea coprono 46.712 ettari, pari al 19% della superficie boschiva. La macchia mediterranea si estende su 42.594 ettari (17%), mentre le pinete mediterranee raggiungono i 29.553 ettari (12%). Nonostante l’estensione contenuta, la Puglia custodisce tutte le 10 specie di quercia presenti in Italia, comprese le endemiche vallonea e fragno.

Tra i tesori naturali figurano le Foreste del Gargano, nel Parco nazionale omonimo, che si estende su 118.000 ettari e racchiude ambienti diversificati come i laghi salmastri di Lesina e Varano, le Isole Tremiti e la Grotta Paglicci. All’interno, la Foresta Umbra ospita oltre 2.000 specie vegetali e dal 2017 è patrimonio UNESCO per le sue faggete antiche. Si contano 92 specie di orchidee selvatiche. Altre aree di rilievo sono la Foresta Mercadante, 1.300 ettari tra Cassano delle Murge e Altamura, e il Bosco dell’Incoronata vicino Foggia, ultimo frammento degli antichi boschi planiziali del Tavoliere.

Secondo Coldiretti, per ricostituire i boschi distrutti serviranno fino a 15 anni, con pesanti ricadute su ambiente, economia, occupazione e turismo. Nelle aree bruciate sarà impossibile per lungo tempo svolgere attività tradizionali e favorire la fruizione turistica. Il clima anomalo favorisce la propagazione delle fiamme, ma a preoccupare è l’azione dei piromani: il 60% dei roghi sarebbe doloso.

La pioggia è attesa per attenuare la siccità, ma – avverte Coldiretti – deve cadere in maniera costante e moderata. Forti temporali improvvisi, come quelli registrati al Nord, rischiano di provocare frane e smottamenti a causa dell’incapacità del terreno di assorbire l’acqua.

Per l’associazione agricola, serve una strategia a lungo termine: riforestazione mirata, difesa di foreste e macchia, contrasto allo spopolamento delle campagne e valorizzazione del ruolo degli agricoltori, considerati i veri custodi dell’ambiente, in un contesto in cui due terzi dei boschi pugliesi sono di proprietà privata.

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