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Andria
31 Luglio 2025 - 12:11
Pass disabili sequestrati dalla Polizia Locale di Andria
ANDRIA - Prosegue senza sosta l’attività di vigilanza della Polizia Locale di Andria per tutelare i diritti delle persone con disabilità e garantire la corretta fruizione degli stalli riservati e degli scivoli pedonali. Nei controlli degli ultimi giorni, gli agenti hanno scoperto numerosi casi di uso improprio dei contrassegni per disabili, alcuni dei quali risultati scaduti e quindi non più validi.
Il bilancio parla chiaro: 5 contrassegni sono stati ritirati per utilizzo irregolare, mentre sono state comminate 112 sanzioni per occupazione abusiva di parcheggi dedicati e scivoli. Un’azione mirata, spiegano dal Comando, che persegue due obiettivi fondamentali: assicurare la disponibilità effettiva degli spazi a chi ne ha diritto e contrastare gli abusi che ostacolano la mobilità delle persone con difficoltà motorie.
«Il rispetto degli spazi riservati – sottolinea l’assessore alla Sicurezza Pasquale Colasuonno – non è soltanto un obbligo previsto dal Codice della Strada, ma rappresenta un segno tangibile di civiltà e rispetto verso chi vive una condizione di fragilità. Chi utilizza un contrassegno scaduto o non autorizzato priva un’altra persona di un diritto essenziale».
Dal Comando ricordano che il contrassegno disabili ha validità limitata nel tempo e che spetta al titolare richiederne per tempo il rinnovo presso il proprio Comune di residenza. Nei prossimi giorni i controlli proseguiranno a tappeto su tutto il territorio comunale, con lo scopo di garantire il pieno rispetto delle regole e la tutela delle persone più vulnerabili.
Oltre alla dimensione amministrativa, la vicenda evidenzia un problema culturale: l’uso scorretto di permessi destinati ai disabili manda un messaggio sociale devastante. Non si tratta solo di una violazione di legge, ma di un comportamento che legittima l’egoismo e l’indifferenza, mettendo in secondo piano il diritto di chi, senza quelle facilitazioni, vede gravemente compromessa la propria autonomia. È un segnale di inciviltà che, se tollerato, rischia di minare il senso di comunità e di solidarietà su cui si fonda la convivenza civile.
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