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Bari

Truffata da falsi sms bancari, una barese ottiene il rimborso

Confconsumatori vince il ricorso all'Arbitro Finanziario: la decisione riconosce la responsabilità dell’istituto per mancati controlli su 10 operazioni fraudolente in 24 ore

Sistema bancario

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BARI - Grazie all'intervento di Confconsumatori, una cittadina barese è riuscita a ottenere il rimborso di 1.400 euro sottratti dal suo conto attraverso 10 operazioni non autorizzate. La vicenda, che evidenzia i rischi sempre più diffusi delle truffe digitali, è stata portata all’attenzione dell’Arbitro Bancario Finanziario (Abf), che ha riconosciuto la fondatezza del ricorso.

Tutto ha avuto inizio con una serie di tre sms ricevuti da un numero apparentemente legato alla banca della risparmiatrice. Il primo messaggio l’avvisava dell’esecuzione di alcune operazioni sospette; il secondo la invitava a contattare un numero, al quale rispondeva un sedicente operatore che, fingendo di bloccare la carta, rassicurava la cliente. Il terzo messaggio conteneva un link per attivare l’app della banca, che risultava però bloccata. Solo dopo aver controllato il conto, la donna si è resa conto di essere stata vittima di una truffa.

Nonostante l’immediata segnalazione all’istituto bancario, la cliente non è riuscita a ottenere il rimborso e si è quindi rivolta a Confconsumatori, assistita dalle avvocate Nuccia Lisi e Filomena Panzarino. Il ricorso presentato all’Abf ha ottenuto esito favorevole, con il riconoscimento del rimborso parziale di 1.400 euro, pur in presenza di una colpa grave attribuita alla consumatrice.

La decisione dell’Arbitro, spiegano le legali, si fonda sul fatto che l’intermediario bancario non avrebbe predisposto meccanismi adeguati per intercettare tempestivamente operazioni anomale, come le 8 transazioni eseguite in sole 24 ore con la carta Bancomat e le 2 con la carta di debito, tutte verso soggetti esteri.

«Il Collegio – precisano le avvocate – ha accolto le nostre argomentazioni, ritenendo che la banca abbia violato la normativa sul rischio frode, pur avendo applicato correttamente i sistemi di autenticazione richiesti. Di fatto, non ha bloccato in tempo una sequenza di operazioni evidentemente sospette».

L’avvocata Panzarino sottolinea l’importanza di questo caso anche in termini di principio: «Nonostante la colpa grave riconosciuta alla cliente, l’Abf ha ritenuto equo attribuire il 50% della responsabilità alla banca, in quanto l’utente si è limitata a seguire le istruzioni fornite dal truffatore, credendole attendibili».

Confconsumatori ricorda che è possibile ricevere supporto legale presso tutte le sue sedi territoriali oppure attraverso lo sportello online raggiungibile al sito www.confconsumatori.it.

L’episodio dimostra quanto sia necessario aumentare l’attenzione e la tutela nei confronti dei risparmiatori, specialmente in presenza di operazioni che per modalità e frequenza dovrebbero attivare automaticamente sistemi di controllo da parte degli istituti di credito.

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