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Incendi in Puglia, bruciati quasi 3.000 ettari in 40 giorni: allarme su rifiuti e roghi dolosi

Dal 1° giugno al 12 luglio 2025 distrutti oltre 2.800 ettari di territorio. Coldiretti: “La crisi aggravata da rifiuti abbandonati e piromani. Servono prevenzione e controlli”

Incendi in Puglia, bruciati quasi 3.000 ettari in 40 giorni: allarme su rifiuti e roghi dolosi

Incendio - foto di archivio

BARI - L’emergenza incendi in Puglia assume dimensioni sempre più preoccupanti. In poco più di un mese, tra il 1° giugno e il 12 luglio 2025, sono andati in fumo 2.829 ettari di territorio, secondo i dati del sistema EFFIS Copernicus, rilanciati da Coldiretti Puglia.

La provincia più devastata dalle fiamme è Foggia, con 1.609 ettari bruciati, seguita da Lecce con 467 ettari, Taranto con 300, Barletta-Andria-Trani con 279 e infine Bari con 174 ettari. A innescare e alimentare i roghi non sono soltanto le temperature elevate e la siccità che stringe la regione in una morsa da settimane, ma anche l’enorme problema dei rifiuti abbandonati, che rendono ancora più vulnerabili i territori.

La Puglia, secondo Coldiretti, è seconda in Italia per reati ambientali, anche a causa dello sversamento illecito di rifiuti nelle campagne. Si tratta spesso di rifiuti pericolosi, tombati o incendiati illegalmente, con effetti devastanti sia sul piano ecologico che economico.

Nelle campagne del foggiano, i terreni vengono invasi da ogni tipo di scarto, in parte proveniente anche da regioni confinanti, poi dato alle fiamme. Una pratica che colpisce anche gli oliveti di Andria, dove il fenomeno dell’abbandono di rifiuti sta causando danni irreparabili al paesaggio e alla produzione agricola. In provincia di Brindisi, invece, si moltiplicano le segnalazioni di scarichi notturni nei campi, inclusi materiali come copertoni ed eternit, estremamente pericolosi per la salute.

Per arginare il fenomeno, Coldiretti ha diffuso un vademecum per la prevenzione degli incendi durante l’estate. Le raccomandazioni vanno dal non accendere fuochi nelle aree coltivate o boscate, al controllo delle fiamme nelle aree attrezzate, fino a comportamenti responsabili nelle campagne, come evitare di gettare mozziconi accesi e verificare che la marmitta dell’auto non sia a contatto con l’erba secca.

Particolare attenzione è rivolta anche al corretto smaltimento dei rifiuti, soprattutto dei contenitori sotto pressione (bombolette di gas, vernici, deodoranti), che possono esplodere o innescare incendi a causa delle alte temperature.

Nel caso si avvisti un rogo, Coldiretti raccomanda di non agire autonomamente, ma di informare immediatamente le autorità competenti, tenendosi a distanza dalle fiamme e posizionandosi sottovento per evitare di rimanere intrappolati.

Secondo l’associazione agricola, 6 incendi su 10 sarebbero di origine dolosa, causati da piromani o interessi criminali legati alla distruzione dei boschi. Per questo Coldiretti invita i cittadini a collaborare con la Forestale e le forze dell’ordine, segnalando comportamenti sospetti e favorendo una maggiore presenza sul territorio.

Le conseguenze dei roghi, sottolinea l’organizzazione, sono pesantissime e durature. Per ricostruire le aree colpite saranno necessari almeno 15 anni, con danni economici superiori a 10.000 euro per ettaro tra costi immediati per lo spegnimento e la bonifica, e le spese a lungo termine per ripristinare gli ecosistemi e le attività agricole devastate.

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