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Taranto

Gente di mare in feste per San Francesco di Paola, «'u megghije marenàre»

Domenica sera la processione per le vie del Borgo, con spettacolo pirotecnico dal Castello Aragonese

Gente di mare in feste per San Francesco di Paola, «'u megghije marenàre»

Gente di mare in feste per San Francesco di Paola, «'u megghije marenàre»

Fra le tradizioni più care al popolo tarantino resta viva quella a San Francesco di Paola, compatrono della nostra città e patrono della gente di mare che ancor oggi gli attribuisce il titolo di "'u megghije marenàre". Questo, in ricordo della miracolosa traversata dello Stretto di Messina con il suo mantello. A lui è anche intitolato il ponte girevole.

In corso di svolgimento nella chiesa intitolata al santo, in fondo a via Anfiteatro, le celebrazioni culmineranno domenica 6 con la grande processione per le vie del Borgo.

Il culto di San Francesco di Paola è custodito dai padri Minimi, antica presenza a Taranto, che vi giunsero nel 1530 chiamati dall'arcivescovo Antonio I Sanseverino, cardinale del titolo di Santa Susanna, accolti con grande entusiasmo. Da sempre i frati esercitano in modo fermo ma paterno la loro missione, condividendo con la città vicende liete e tristi.

Quella di San Francesco di Paola fino agli anni sessanta è stata soprattutto la festa di via Anfiteatro. Era il periodo più significativi di questo importante asse commerciale, legato ai numerosi negozi di abbigliamento che vi si affacciavano: ricordiamo, per esempio, quello all'angolo di via Berardi dei fratelli Carlo e Armando De Florio, con l'artista Franco Jaccarino quale vetrinista. Da non dimenticare le famose calzature di Scialpi, all'angolo con via Pisanelli, con lo slogan riportato sull'insegna "Anche le Alpi varcherai se da Cosimo Scialpi calzerai". Significativa anche la presenza degli esercizi per gli articoli per la casa e degli abiti da sposa, la cui clientela accorreva da tutta la provincia.

L'immagine del santo calabrese era presente praticamente in tutti gli esercizi, i cui titolari collaboravano generosamente alle grandi celebrazioni civili. Queste ultime, in particolare, prevedevano una lunga "galleria" di luminarie che si estendeva da via Regina Elena fino a via De Cesare, tradizionalmente predisposta dalla ditta tarantina Bruni e Fasano, ricordati anche quali valenti addobbatori delle chiese.

L'attività commerciale in via Anfiteatro oggi registra un declino: molti infatti gli esercizi che, a causa della crisi, hanno chiuso i battenti. Anche nella vicina via Principe Amedeo le vetrine spente aumentano in modo preoccupante.

'A battarie" in vico Statte

Un tempo, ormai lontano, la processione giungeva anche in Città vecchia, salutata, durante il percorso, dallo sparo delle tradizionali 'batterie' offerte da devoti. Una di queste veniva approntata in vico Statte per devozione di un fabbricante di letti ('mest'Arture') che aveva l'officina a palazzo della Conciliazione. Ne racconta Giacinto Peluso in "Taranto da un ponte all'altro" edito da Mandese. Gli artificieri giungevano sul posto un paio di ore prima della processione per stendere sui muri la fila dei petardi, così lunga da fare cinque-sei volte il giro del vicolo, con i colpi finali posti nella parte più larga su un cavalletto di legno. All'arrivo, la statua del santo veniva girata davanti a vico Statte e, ottenuto il permesso dell'offerente, il capo 'fucarule' dava fuoco alla batteria con della juta arrotolata. Cessati gli scoppi e diradato il fumo, al suono della banda la statua poteva così lentamente rimettersi in cammino.

Il programma dei festeggiamenti

Sabato 5, Giornata degli ammalati, alle ore 10.30 santa messa in onore di'Maria Vergine degli infermi' presieduta dal parroco padre Alessandro Chiloiro con Unzione degli infermi; alle ore 19, celebrazione presieduta da mons. Luca Lorusso.

Domenica 6, festa del santo, sante messe si terranno alle ore 8.30 (per i benefattori della parrocchia, celebrata da padre Alessandro Chiloiro) e alle ore 11 (presieduta dall'arcivescovo emerito di Potenza, mons. Salvatore Ligorio); alle ore 18 celebrazione eucaristica presieduta dall'arcivescovo di Taranto, mons. Ciro Miniero.

Alle ore 19 muoverà la processione con l'antico simulacro ligneo (scortato dai Cavalieri del Santo Sepolcro)  e la reliquia del dito indice del santo, proveniente dal convento dei frati Minimi di Lamezia Terme-Sambiase, che sarà portata dall'arciconfraternita del Carmine.

Questo l'itinerario:  via Regina Elena, via Di Palma, piazza Immacolata, via D'Aquino, piazza Giovanni XXIII (con omaggio della parrocchia e dell'arciconfraternita del Carmine), via D'Aquino e corso Ai Due Mari, con sosta davanti al monumento al Marinaio per la preghiera della gente di mare e di quella del marinaio con benedizione alla città e al mare. Quindi lancio in mare di una corona d'alloro dalla banchina del castello aragonese da parte dell'Associazione nazionale marinai d'Italia e spettacolo pirotecnico della ditta Itria Fireworks di Martina Franca; renderà gli onori la Fanfara di Presidio del Comando Interregionale Marittimo Sud.

Al termine, ripresa della processione per il lungomare e via Anfiteatro e, al rientro in chiesa (la cui facciata è stata artisticamente illuminata) sarà recitata la preghiera di ringraziamento. Presterà servizio la "Grande orchestra di fiati "Santa Cecilia" di Taranto diretta dal maestro Giuseppe Gregucci.

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