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Taranto

Una “Marcia della libertà”: in mille contro le dipendenze con fede e musica

Un corteo pacifico organizzato dalla onlus evangelica “Centro Betesda”: partenza dall'Arsenale, arrivo al Lungomare con concerto cristiano. Attesi giovani da tutta Italia per testimoniare che uscire dalla droga è possibile

Una veduta aerea della Città Vecchia

Una veduta aerea della Città Vecchia di Taranto

TARANTO - Una giornata di testimonianza, speranza e condivisione è in programma per sabato 26 luglio 2025, quando le strade del centro cittadino ospiteranno la “Marcia della libertà”, iniziativa promossa da una onlus evangelica “Centro Betesda” che opera nel campo della riabilitazione dalle dipendenze.

L’evento, che si svolgerà con il patrocinio della chiesa evangelica della Città Vecchia di Taranto e di oltre 30 chiese della regione Puglia e d’Italia ed è organizzata dall’associazione “Betesda” del pastore Angelo Guarino e dall’associazione “Urban Vision” di Morgan Luciani.

L'associazione Betesda, con sede a Statte, da anni è impegnata nel sostegno a ragazzi segnati dalla droga o da altre forme di dipendenza, aiutandoli a ricostruire la propria vita attraverso il supporto spirituale e la fede in Gesù.

«Vogliamo lanciare un messaggio forte e positivo – spiega Leone Simone, pastore della comunità evangelica tarantina –: le dipendenze si possono vincere, e non bisogna arrendersi». Proprio per questo motivo è stata scelta una marcia pacifica come forma espressiva, simbolo di un percorso di liberazione e rinascita.

Il corteo partirà dall’ingresso dell’Arsenale Militare, percorrerà via di Palma e si concluderà alla Rotonda del Lungomare, dove è previsto un concerto di musica cristiana aperto alla cittadinanza. L’iniziativa punta a coinvolgere circa 1.000 partecipanti provenienti da diverse regioni italiane, uniti dalla volontà di affermare, in modo pubblico e pacifico, che uscire dalle dipendenze è possibile, e che la comunità può essere parte attiva di questo processo.

La Marcia della libertà vuole essere una festa di rinascita, ma anche un’occasione per portare l’attenzione pubblica su un tema troppo spesso relegato al silenzio, mostrando i volti e le storie di chi ha scelto di ricominciare.

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