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Taranto
20 Giugno 2025 - 07:32
Francesco Quarto
"In una città dove l'incidenza dei tumori è allarmante e in continuo aumento, nasce l'esigenza di supportare psicologicamente l'ammalato, garantendogli ascolto e orientamento nelle sue esigenze di vita. Da qui, prendendo spunto dalla mia esperienza di sofferenza, con tre neoplasie in corso, oltre che dai continui contatti con altri nelle mie condizioni, familiari compresi, voglio proporre all'amministrazione comunale che sta per insediarsi la realizzazione di un punto di ascolto oncologico".
Ne parla il prof. Francesco Quarto, docente militare in pensione, il quale evidenzia i dati delle ricerche effettuate dall'Istituto superiore di sanità (secondo cui l'80% dei pazienti oncologici in Italia non riceve alcuna forma di supporto psicologico),e dall'Associazione italiana di oncologia medica (la quale evidenzia che fino al 52% dei malati manifesta forme significative di disagio psicologico, con solo il 16% che beneficia di un sostegno continuativo). Questo, tenendo ben presente l'evoluzione delle terapie oncologiche, che hanno aumentato in modo significativo la sopravvivenza dei pazienti ma non sempre permettono una dignitosa qualità della vita. "Il paziente e la sua famiglia – evidenzia - vivono un percorso di malattia molto invasivo, che si prolunga anche dopo il trattamento oncologico (interventi chirurgici, chemioterapia, radioterapia). È proprio in questa fase che si evidenzia maggiormente uno stato di stress e di paura, pensando a quanto accaduto e che potrebbe ripresentarsi"
Tale situazione, secondo il promotore del progetto, si configura nella sua gravità a Taranto, caratterizzata dalla presenza di quartieri ad alta esposizione ambientale, fragilità economiche, discontinuità lavorative e carenza di servizi post-ospedalieri, con le famiglie che si trovano frequentemente senza riferimenti, in attesa di controlli medici, prive di ascolto e accompagnamento.
È in tale contesto che nasce l'idea di un punto di ascolto oncologico, quale una struttura comunale autonoma senza collegamento diretto con l'Asl, istituita in uno spazio stabile dove il paziente possa essere ascoltato, accompagnato e indirizzato verso opportune forme di sostegno morale, consentendo l'integrazione tra la fase terapeutica e la quotidianità della persona. In tal modo si potrà garantire una continuità umana e sociale nel percorso di cura, valorizzando inoltre l'esperienza della malattia come occasione di crescita comunitaria.
"La struttura dovrà funzionare in tre sedi: una centrale più due succursali nei quartieri dove più alta è l'incidenza di casi tumorali, come Paolo VI e Tamburi, con linea telefonica h-24 – spiega – L'ascolto sarà effettuato da personale adeguatamente formato, con gli psicologi che stabiliranno l'attivazione di percorsi specialistici. Saranno opportuni richiami periodici, anche telefonici, per monitorare lo stato del paziente, che potrà partecipare anche a incontri mensili di auto-mutuo-aiuto, laboratori espressivi, giornate comunitarie. Fondamentale sarà anche l'apporto delle associazioni Lilt, Ant, Croce Rossa Italiana, Università, medici di base e oncologi ospedalieri, associazioni di volontariato e cooperative sociali. La collaborazione con le strutture sanitarie sarà centrale per garantire una rete di cura integrata ed efficace".
Secondo il prof. Francesco Quarto, propedeutiche alla realizzazione del Punto di ascolto oncologico saranno le campagne informative nei quartieri e negli ospedali; incontri in parrocchie, associazioni, centri civici; la produzione e la distribuzione di materiale informativo oltre al coinvolgimento della cittadinanza in eventi di sensibilizzazione.
"Il Punto di ascolto oncologico - conclude - si propone essenzialmente di mettere a disposizione operatori che hanno superato problematiche oncologiche e che quindi possiedono conoscenze dirette degli effetti del cancro e delle relative cure. Tale esperienza consentirà un confronto proficuo con pazienti e familiari, aiutandoli a superare le varie difficoltà. E questo sarà fondamentale".
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