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L’Ordine dei Geologi lancia l’allarme: “No a scelte affrettate, servono competenze e una regia regionale”

Critiche alla proposta di Piano delle Coste presentata in Consiglio regionale il 16 maggio. Caputo: “Il 65% delle coste pugliesi è in erosione, non si può cancellare la tutela delle dune”

L’Ordine dei Geologi lancia l’allarme: “No a scelte affrettate, servono competenze e una regia regionale”

Un tratto di costa pugliese

BARI – È un intervento netto quello dell’Ordine dei Geologi della Puglia sulla proposta di legge regionale per la gestione del demanio costiero, approdata in Consiglio lo scorso 16 maggio. A prendere posizione è il presidente Giovanni CaputoPresidente Ordine dei Geologi della Puglia, che avverte: “Il provvedimento richiede un’accurata analisi tecnica, perché potrebbe produrre gravi ricadute su una costa già segnata da erosione e fragilità ambientale”.

La Puglia, con 940 chilometri di litorale, risulta tra le regioni più esposte d’Italia agli effetti del cambiamento climatico. Negli ultimi anni, secondo i dati diffusi dall’Ordine, il 65% delle coste pugliesi ha subito fenomeni erosivi, che interessano sia tratti sabbiosi che rocciosi. A ciò si aggiunge una scarsa protezione delle dune e dei cordoni dunali, elementi fondamentali nella prevenzione del dissesto idrogeologico.

Secondo Caputo, la modifica dell’articolo 14 della legge regionale n. 17 del 2015, che disciplina la pianificazione costiera, eliminerebbe proprio quelle tutele fondamentali su dune, foci fluviali e aree a rischio erosione. “Si tratta – afferma – di componenti che invece necessitano di una pianificazione organica su scala regionale, non di deleghe improvvisate ai singoli Comuni”.

Nel dettaglio, i geologi contestano l’idea di affidare ai Comuni la pianificazione delle aree demaniali marittime, evidenziando criticità strutturali e operative: assenza di Piani Comunali delle Coste, mancanza di progetti per la messa in sicurezza, scarsa disponibilità di personale tecnico e assenza di strumenti per il monitoraggio geomorfologico costante.

Pianificare interventi a livello comunale, senza una visione d’insieme, rischia di produrre effetti devastanti su tratti di costa adiacenti, con conseguenze non prevedibili su ecosistemi e assetti morfologici”, spiega ancora Caputo. Da qui la richiesta esplicita di un tavolo tecnico regionale per analizzare la norma nel dettaglio, offrendo la piena collaborazione dell’Ordine per una legge più efficace e rispettosa dell’ambiente costiero.

“La costa pugliese – conclude Caputo – non può più permettersi interventi parziali o privi di coordinamento scientifico. Ogni scelta politica deve poggiare su solide basi tecniche, per evitare nuovi errori su un patrimonio naturale già troppo compromesso”.

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