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Il fatto
23 Maggio 2025 - 17:09
Un carrello della spesa
TARANTO - Venerdì 24 maggio le lavoratrici e i lavoratori della catena Lidl incroceranno le braccia in tutta Italia, e anche nei territori di Taranto e Brindisi si annuncia una protesta forte, compatta e determinata. Lo sciopero, proclamato unitariamente da Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs, nasce da una lunga impasse nei rapporti con l’azienda, accusata dai sindacati di eludere ogni serio confronto sulle rivendicazioni contrattuali avanzate dai dipendenti.
La vertenza riguarda richieste precise: aumenti salariali, maggiori tutele, orari sostenibili e un contratto integrativo aziendale che rispecchi l’impegno quotidiano dei lavoratori nei punti vendita. Secondo i rappresentanti sindacali, la situazione è ormai insostenibile, con turni discontinui, organici ridotti, flessibilità imposta dall’alto e carichi di lavoro crescenti che mettono a rischio non solo la salute fisica, ma anche la qualità della vita delle persone coinvolte.
Tra le criticità denunciate, spicca la proposta aziendale di una maggiorazione domenicale ridotta per i neoassunti, una discriminazione definita inaccettabile dai sindacati, che parlano di “diritti di serie B” per i nuovi ingressi. A ciò si aggiunge l’assenza di personale addetto alle pulizie, sostituito da lavoratori a cui vengono affidate mansioni miste senza il riconoscimento contrattuale corrispondente, in un sistema che precarizza e sfrutta.
“Non si tratta di chiedere privilegi, ma di pretendere ciò che spetta: un trattamento equo e dignitoso”, ribadiscono le sigle promotrici della protesta. “Lidl non può continuare a ignorare le istanze di chi ogni giorno garantisce il funzionamento dei punti vendita. Serve un cambio di passo immediato”.
Lo sciopero coinvolgerà anche decine di lavoratrici e lavoratori delle sedi di Taranto e Brindisi, dove sono previste azioni di visibilità e presìdi. L’obiettivo è chiaro: spingere l’azienda ad aprire un confronto serio e costruttivo, all’altezza delle aspettative di una forza lavoro che chiede rispetto, valorizzazione e giustizia contrattuale.
“Basta ambiguità, basta risposte evasive: chi lavora merita ascolto”, avvertono i sindacati.
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