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L’ex gip De Benedictis è troppo malato per andare in carcere: attesa la decisione del Tribunale

Secondo i periti, le gravi patologie di cui soffre l’ex magistrato condannato per armi e corruzione rendono incompatibile la detenzione in carcere. La scelta finale sul rinvio della pena è attesa a giorni

Il Tribunale di Bari

Il Tribunale di Bari

BARI – L’ex giudice per le indagini preliminari Giuseppe De Benedictis, già condannato con sentenze definitive per traffico di armi e corruzione in atti giudiziari, potrebbe evitare il carcere per motivi di salute. È quanto emerge dalla perizia disposta dal Tribunale di sorveglianza di Bari, incaricato di valutare se sussistano le condizioni per il differimento della pena.

De Benedictis si trova agli arresti domiciliari dal novembre 2021, ma la sua permanenza in casa potrebbe essere prorogata a tempo indeterminato, se i giudici accoglieranno la richiesta basata sulle gravi patologie di cui soffre. I consulenti nominati dal Tribunale, supportati anche da quelli della Procura generale e dai difensori dell’ex magistrato, hanno concordato su un punto: le condizioni cliniche del detenuto, affetto da malattie croniche e irreversibili, non sono compatibili con la detenzione in un istituto penitenziario.

Il nome di De Benedictis era tornato agli onori delle cronache nel 2024, quando la giustizia ha reso definitiva la condanna a 9 anni per traffico e detenzione di un maxi arsenale di armi ed esplosivi, scoperto in una villa ad Andria riconducibile all’imprenditore Antonio Tannoia. Un patrimonio bellico sotterrato che aveva scosso profondamente anche gli ambienti istituzionali.

A questa prima condanna si è poi aggiunta, nel marzo 2024, quella a 7 anni per corruzione, legata a quattro ordinanze di scarcerazione ritenute pilotate in cambio di tangenti.

Adesso, il futuro giudiziario dell’ex gip si incrocia con la valutazione medico-legale. Secondo tutti gli esperti coinvolti nel procedimento, le cure necessarie per gestire il suo stato di salute non sarebbero garantibili in carcere, rendendo necessaria una decisione alternativa.

Il Tribunale di sorveglianza si è riservato di decidere e la pronuncia è attesa nei prossimi giorni. Intanto, l’ex togato resta in attesa del verdetto, chiuso nella sua abitazione, dove si trova da oltre 3 anni.

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