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Brindisi

Xylella, ulivi infetti tornano a produrre olive e olio di qualità superiore. Il video

Nel Salento rinasce la speranza, la scoperta durante il progetto internazionale “SusAgri”: emergono casi di spontanea ripresa in centinaia di piante colpite dal batterio. Gli esperti: “Resilienza naturale e contenuto di polifenoli superiore al tradizionale”

Uliveto devastato dalla Xylella

Uliveto devastato dalla Xylella

Xylella, ulivi infetti tornano a produrre olive e olio di qualità superiore

OSTUNI - Centinaia di ulivi, ritenuti compromessi dalla Xylella, sono tornati a produrre olive e olio di altissima qualità. È quanto emerso nei territori di Galatone e Collepasso, nel cuore del Salento, durante i sopralluoghi del Parco Regionale delle Dune Costiere avvenuti nell’ambito del progetto “SusAgri”, iniziativa di cooperazione transfrontaliera che coinvolge Italia, Albania e Montenegro e mira a promuovere un’agricoltura sostenibile e resiliente ai cambiamenti climatici.

I tecnici e gli studiosi presenti hanno osservato un fenomeno ancora tutto da analizzare, definito come una “resilienza spontanea”: piante infette che, senza interventi specifici, hanno sviluppato capacità di resistenza e sono tornate a fruttificare con risultati sorprendenti.

È come se gli ulivi avessero imparato a convivere con il batterio, reagendo e rinascendo in modo naturale”, hanno spiegato gli esperti durante la visita, che ha visto la partecipazione di delegazioni albanesi e montenegrine.

Ad arricchire il quadro scientifico è il contributo del professor Franco Fanizzi dell’Università del Salento, secondo cui le analisi hanno rilevato un contenuto di polifenoli superiore alla media, elemento che ha migliorato le proprietà organolettiche dell’olio rispetto a quello salentino tradizionalmente più dolce.

Fanizzi ha lanciato la proposta di una riunione tra accademici e istituzioni per fare il punto su questa evoluzione inattesa e promuovere un nuovo approccio di studio, non più centrato solo sull’emergenza, ma sulla convivenza col patogeno.

A sostenere questa visione anche Michele Lastilla, direttore del Parco delle Dune Costiere, che ha citato l’esempio dell’azienda agricola Curtimaggi di Grottaglie, dove trattamenti sperimentali hanno già prodotto risultati positivi, confermati sul campo.

Un altro caso virtuoso è quello dell’istituto agrario “Pantanelli” di Ostuni, dove 400 ulivi monumentali di proprietà della Provincia di Brindisi sono oggetto di pratiche sostenibili e di formazione avanzata. Qui, giovani agricoltori partecipano a corsi specializzati per contrastare gli effetti del riscaldamento globale, unendo innovazione, conservazione del patrimonio rurale e nuova consapevolezza ambientale.

Dal cuore del Salento arriva così un messaggio di speranza e rigenerazione: la natura, se sostenuta con intelligenza e rispetto, può sorprendere anche dove sembrava tutto perduto.

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