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La Camera Penale di Trani si ferma il 5 maggio: “Il decreto sicurezza è un attacco alla Costituzione”

Protesta nazionale degli avvocati penalisti contro il pacchetto di norme voluto dal Governo: “Norme inutili e punitive, il carcere non è la risposta alla marginalità”

Il Tribunale di Trani

Il Tribunale di Trani

TRANI – Anche la Camera Penale di Trani aderisce all’astensione nazionale dalle udienze del 5 maggio, decisa dall’Unione delle Camere Penali Italiane per contestare duramente il nuovo pacchetto sicurezza approvato dal Governo.

Secondo i penalisti, si tratta di una riforma “carcerocentrica” e punitiva, che aggrava la condizione del sistema penitenziario senza offrire reali soluzioni alla sicurezza collettiva.

“Il decreto sicurezza rappresenta un pericoloso scivolamento verso politiche che colpiscono il disagio sociale e criminalizzano il dissenso, senza intaccare minimamente le reali cause dell’insicurezza”, scrive in una nota la Camera Penale di Trani, riprendendo le critiche espresse a livello nazionale.

Nel mirino degli avvocati c’è soprattutto l’uso ripetuto e scorretto della decretazione d’urgenza in ambito penale, che sottrae il dibattito alla sede parlamentare e comprime il confronto democratico.

Tra i punti più contestati vi sono l’introduzione di nuovi reati privi di reale utilità, l’inasprimento di pene in modo sproporzionato, aggravanti giudicate irrazionali e l’ulteriore limitazione delle misure alternative alla detenzione.

I penalisti parlano di norme “in violazione dei principi costituzionali di proporzionalità, tassatività, offensività e ragionevolezza”, sottolineando come l’effetto concreto sarà solo quello di aumentare la popolazione carceraria e aggravare il fenomeno del sovraffollamento, già critico.

A testimoniare il dramma in corso sono i 26 suicidi registrati nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno, numeri che, secondo l’avvocatura penalista, dovrebbero interrogare il legislatore sull’urgenza di politiche più umane e riformatrici, non su provvedimenti repressivi e inefficaci.

“Quello che viene presentato come un pacchetto sicurezza è in realtà un intervento simbolico, che non migliorerà la vita dei cittadini ma renderà ancora più fragile un sistema penale e carcerario già al collasso”, concludono gli avvocati.

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