Cinque indagati per l’omicidio di Francesco Diviesti

BARLETTA - Svolta nelle indagini sulla scomparsa di Francesco Diviesti, il 26enne barlettano di cui si erano perse le tracce la sera del 25 aprile. Il ritrovamento, avvenuto lunedì 29 aprile, di un cadavere carbonizzato nelle campagne di Canosa di Puglia ha aperto uno scenario inquietante. Sebbene l’identificazione ufficiale non sia ancora giunta, gli inquirenti ritengono altamente probabile che si tratti proprio del giovane scomparso.

La conferma definitiva potrà arrivare soltanto dagli esami del Dna, mentre sarà l’autopsia, prevista per venerdì 2 maggio, a chiarire le cause della morte. L’incarico sarà conferito alla dottoressa Sara Sablone dell’Istituto di medicina legale del Policlinico di Bari, su disposizione dei pubblici ministeri Daniela Chimienti ed Ettore Cardinali, titolari del fascicolo d’indagine.

Nel frattempo, la Direzione distrettuale antimafia di Bari ha notificato martedì 30 aprile i primi cinque avvisi di garanzia, iscrivendo altrettante persone nel registro degli indagati. Per tutti l’accusa è gravissima: omicidio volontario in concorso, aggravato dal metodo mafioso.

Al momento non si conosce in quale direzione stiano andando le indagini e chi siano i 5 indagati.

L’inchiesta ruota intorno a un quadro investigativo complesso, che si sta componendo grazie all’analisi dei tabulati telefonici, già acquisiti dagli investigatori, e alle testimonianze raccolte tra amici, familiari e conoscenti della vittima. L’obiettivo è ricostruire le ultime ore di vita di Francesco Diviesti, ma anche comprendere le circostanze e il movente di un omicidio che sembra affondare le radici in dinamiche criminali ben più ampie.