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Brindisi
23 Aprile 2025 - 11:36
I controlli della Guardia di Finanza
+++Aggiornamento del 24.05.2025 +++
Riceviamo e pubblichiamo un aggiornamento dell'articolo con la segnalazione ricevuta dall’avv. Franco Ionadi, difensore delle persone e delle società colpite dal provvedimento.
Il legale rende noto che, nella giornata del 13 maggio, il Tribunale di Napoli, su ricorso presentato dalla difesa, ha annullato il sequestro disposto nei confronti dei familiari dell’indagato, ordinando la restituzione immediata di tutti i beni. Il provvedimento riguardava terreni, immobili, veicoli, conti correnti e otto società con sede tra Piacenza e Milano, per un valore complessivo di 20 milioni di euro.
L’avv. Ionadi sottolinea tuttavia che, a oggi, nessuno dei beni sequestrati è stato restituito, nonostante l’ordinanza del Tribunale sia già esecutiva. Questo ritardo, afferma il legale, sta provocando gravi danni economici alle aziende coinvolte: da un lato, per la mancata disponibilità dei conti e dei mezzi aziendali, dall’altro, per le ripercussioni occupazionali, visto che circa 40 dipendenti non hanno ancora ricevuto gli stipendi dei mesi di aprile e maggio.
23.04.2025
BRINDISI - Un patrimonio milionario distribuito in tutta Italia, inclusa la provincia di Brindisi, è finito sotto sequestro nell’ambito di una maxi operazione condotta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Piacenza, su incarico della Procura Europea – sedi di Napoli e Bologna. L’intervento, finalizzato alla confisca di beni illecitamente accumulati, ha riguardato immobili, aziende, veicoli di lusso e conti bancari per un valore complessivo superiore a 20 milioni di euro.
Nel dettaglio, le Fiamme Gialle hanno posto i sigilli a un noto stabilimento balneare in Liguria, 6 immobili di pregio a Piacenza, 66 fabbricati e capannoni, oltre a 77 terreni sparsi tra le province di Milano, Brindisi, Novara, Cuneo, Alessandria e Chiavari. La presenza di beni riconducibili alla rete criminale anche nel territorio brindisino conferma l’ampia diffusione della rete illecita, estesa in modo capillare anche in Puglia.
Sequestrate inoltre 8 società con sede tra Piacenza e Milano, quote societarie, 9 auto – di cui 6 di lusso, tra cui una Ferrari 488, una Porsche 911 Carrera 4, due Porsche Macan, un’Audi RSQ8 e un’Audi Q3, 3 motocicli, e ingenti disponibilità liquide. Tutti i beni, pur formalmente intestati a familiari e prestanome, erano nella piena disponibilità di un imprenditore del piacentino, considerato dagli inquirenti il capo di un’associazione per delinquere dedita a frodi fiscali e riciclaggio legato alla commercializzazione di carburanti.
L’odierna attività è parte di un’indagine più ampia che, nel marzo 2024, aveva già portato allo smantellamento di una rete criminale composta da 59 persone e 13 aziende, operante tra Italia e l’estero e coinvolta nel commercio illegale di prodotti energetici di origine straniera, in totale evasione di accise e IVA. In quell’occasione furono eseguite 8 misure cautelari personali a carico dei vertici dell’organizzazione.
Grazie a un’intensa attività investigativa condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Piacenza, con il supporto del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata, è stato possibile ricostruire nei dettagli il complesso intreccio patrimoniale legato all’imprenditore indagato. Le indagini si sono estese anche a familiari e fiduciari, svelando un sistema di intestazioni fittizie e schermi societari utilizzati per occultare la reale disponibilità dei beni.
Il sequestro colpisce un patrimonio ramificato in Lombardia, Liguria, Piemonte e Puglia, confermando la rilevanza nazionale della frode e l’importanza strategica del sequestro patrimoniale come strumento di contrasto alla criminalità economica. Le frodi fiscali nel settore energetico, sottolinea la Guardia di Finanza, causano danni gravissimi alle casse dello Stato e dell’Unione Europea, alterando le regole del mercato e favorendo le infiltrazioni della criminalità organizzata.
Il comunicato si chiude ricordando che, come previsto dalla legge, vige la presunzione di innocenza per tutti gli indagati, i quali avranno la possibilità di dimostrare la propria estraneità ai fatti nelle sedi competenti. L’attività investigativa rientra pienamente nelle direttive dell’EPPO, la Procura Europea, organo indipendente dell’UE incaricato di perseguire i reati che ledono gli interessi finanziari comunitari.
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