MARGHERITA DI SAVOIA – È iniziata la raccolta della Cipolla Bianca di Margherita Igp, uno dei prodotti ortofrutticoli più identitari della Puglia. La dolcezza e la succulenza che la contraddistinguono derivano da un habitat unico: le sabbie del litorale adriatico, tra Margherita di Savoia, Zapponeta e Manfredonia, in una zona di grande valore ambientale protetta dalla Convenzione Ramsar del 1979.
Fino ad agosto, la Cipolla Bianca sarà disponibile nella grande distribuzione, nei mercati generali e dai fruttivendoli, in diverse modalità di confezionamento, tutte ecocompatibili e 100% riciclabili. Nonostante le difficoltà legate alla scarsità di piogge, la stagione si apre con prospettive incoraggianti, come confermato da Giuseppe Castiglione, presidente del Consorzio di Valorizzazione.
“La qualità rimane eccellente, anche se le rese sono in calo. Il nostro obiettivo è mantenere un prezzo di almeno 50 centesimi al chilogrammo, per garantire la sostenibilità economica dei piccoli produttori”, spiega Castiglione. A rendere speciale questa cipolla è la lavorazione manuale: dalla produzione del seme alla raccolta, ogni fase è svolta con cura artigianale.
Accanto alla raccolta, il Consorzio lancia un nuovo progetto di ricerca e sviluppo finanziato dal Masaf, con il supporto scientifico del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Foggia. L’iniziativa prevede soluzioni innovative per la protezione delle colture, strumenti per ridurre i costi produttivi e l’ideazione di una micro-trebbiatrice per velocizzare la selezione del seme.
“Puntiamo a una coltivazione più sostenibile e a difendere la nostra Igp dalle imitazioni low cost”, dichiara il professor Francesco Lops, docente di Patologia vegetale e responsabile scientifico del progetto. Il piano prevede anche percorsi formativi rivolti a produttori e tecnici del settore, con l’obiettivo di diffondere pratiche agricole moderne e rispettose dell’ambiente.
Riconosciuto ufficialmente nel 2016, il Consorzio della Cipolla Bianca di Margherita Igp riunisce 20 aziende agricole, 2 cooperative e 4 imprese di confezionamento, tutte impegnate nella tutela di un prodotto che è ormai simbolo dell’agricoltura di qualità del Sud Italia. Un tesoro della terra – o meglio, della sabbia – che continua a farsi spazio tra le eccellenze agroalimentari italiane.