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Lecce
19 Aprile 2025 - 06:32
LECCE - Profonda indignazione e sconcerto serpeggiano nel Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani in seguito alla sconvolgente vicenda portata alla luce in questi giorni nel Salento.
«Un bambino di 9 anni - si legge nella nota a firma del prof. Romano Pesavento presidente dello stesso coordinamento - è emerso come vittima innocente di gravissimi abusi sessuali perpetrati da un 75enne, figura amica della sua famiglia. L'uomo è ora atteso dal giudizio del tribunale, accusato di atti inqualificabili che, stando alle risultanze investigative e alla dolorosa testimonianza resa dal minore durante l'incidente probatorio, si sarebbero consumati in un contesto di apparente familiarità, all'interno dello studio privato dell'imputato.
La narrazione di questo agghiacciante episodio svela non solo la brutale violenza subita dal piccolo – di per sé un fatto devastante e inammissibile – ma anche un inquietante scenario di manipolazione, silenzi imposti attraverso promesse e minacce, e il più vile tradimento del rapporto di fiducia che ogni adulto dovrebbe scrupolosamente custodire nei confronti di un bambino. Nessuna espressione istituzionale può pienamente rendere giustizia alla sofferenza patita dal minore, né risanare le profonde ferite inflitte alla sua psiche, al suo sviluppo e alla sua percezione del mondo.
In qualità di docenti attivamente impegnati nella promozione della cultura dei diritti umani e della legalità, non possiamo rimanere indifferenti di fronte al grido di dolore che si leva da questa tragica storia. Essa rappresenta un pressante richiamo alla responsabilità collettiva: della scuola, delle famiglie, delle istituzioni e dell'intera società civile.
Si rende ora più che mai impellente il potenziamento delle iniziative educative e formative focalizzate sul rispetto dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. La scuola deve continuare a rappresentare un baluardo etico, un luogo di ascolto, di dialogo e di protezione, dove ogni studente, a prescindere dall’età, si senta sicuro nel segnalare o raccontare situazioni che lo turbano. Tuttavia, affinché ciò si concretizzi, è indispensabile formare adeguatamente il personale scolastico, supportare i docenti nell'individuazione dei segnali di disagio e, soprattutto, garantire un sistema di collaborazione efficace e tempestivo tra scuola, servizi sociali, sanità e magistratura minorile, improntato a competenza e umanità.
La testimonianza di questo bambino – offerta con notevole coraggio in un contesto delicato come quello dell’incidente probatorio – costituisce un atto di grande forza e dignità. A lui rivolgiamo il nostro pensiero più profondo, il nostro simbolico abbraccio e il nostro concreto impegno affinché nessun altro bambino si senta mai solo o privo di voce.
Lanciamo un accorato appello a tutte le istituzioni affinché si dia continuità e vigore ai percorsi educativi sui diritti umani, contro la violenza, l'abuso e la pedocriminalità. È fondamentale investire nell'educazione affettiva, nella prevenzione e nella sensibilizzazione, nella formazione dei cittadini di domani».
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