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Bari e Brindisi
17 Aprile 2025 - 13:05
Soldi
BARI – Mattinata di tensione nel centro cittadino, dove una delegazione di azionisti della ex Banca Popolare di Bari, oggi Banca del Mezzogiorno, ha manifestato davanti alla sede dell’istituto per denunciare l’impossibilità di partecipare fisicamente all’assemblea sociale, convocata in modalità esclusivamente telematica per l’approvazione del bilancio 2024.
A sollevare il caso sono le associazioni AssoAzionisti BPB e Comitato Indipendente Azionisti BPB, che in una nota parlano di “grave violazione delle prerogative di circa 70 mila soci”, lamentando l’interruzione totale del dialogo con la base associativa e il rifiuto della banca di ricevere anche solo una delegazione di rappresentanza.
Giuseppe Carrieri e Saverio Daddario, portavoce delle due sigle, annunciano valutazioni legali per impugnare la delibera approvata oggi, definendo “inaccettabile” la decisione della banca di blindare l’assemblea ed evitare qualsiasi forma di confronto diretto con gli azionisti.
Non si è fatta attendere la replica dell'Istituto di credito barese: «In merito alle dichiarazioni delle associazioni e dei comitati degli azionisti dell’ex Banca Popolare di Bari, BdM Banca precisa che la scelta di tenere l’Assemblea ai sensi del Decreto-Legge 27 dicembre 2024, n. 202 (DL milleproroghe) convertito con modificazioni dalla L. 21 febbraio 2025, n. 15, assicura le prerogative dei soci, garantendone la rappresentatività. Infatti, i soci che hanno ritenuto di esercitare il proprio diritto di voto, si sono espressi».
Intanto, sul fronte giudiziario, arriva una sentenza che fa rumore. Il Tribunale di Brindisi ha condannato la Banca Popolare di Bari al risarcimento di 80.000 euro a favore di un azionista, oltre agli interessi maturati a partire dalla data dell’investimento. A renderlo noto è l’avvocato Emilio Graziuso, presidente dell’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”, che ha seguito il caso.
La vicenda riguarda un pensionato, cliente storico della banca, che aveva acquistato azioni dell’istituto barese convinto si trattasse di titoli sicuri. Solo in un secondo momento, dopo lo scandalo finanziario che ha travolto la Popolare, l’uomo ha scoperto di non poter rivendere i titoli e di aver perso i risparmi accumulati in una vita.
Dopo una lunga battaglia legale, il giudice ha riconosciuto la violazione degli obblighi informativi da parte della banca, dichiarando la risoluzione del contratto e ordinando la restituzione dell’intero importo investito. Una vittoria simbolica, ma concreta, per gli azionisti traditi.
“La nostra associazione – ha dichiarato l’avv. Graziuso – continua a ottenere risultati concreti a tutela dei risparmiatori, non con slogan o post sui social, ma con sentenze che stanno facendo giurisprudenza e che consentono agli investitori danneggiati di recuperare il denaro perduto”.
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