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Brindisi

Maxi condanna contro il presunto clan della Scu: inflitti oltre 58 anni di carcere

Sentenza del Tribunale al termine del processo "Nexus": pene pesantissime per sei imputati. Disposte anche le interdizioni dai pubblici uffici e le misure di sicurezza. Si va verso l'appello

Avvocati

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BRINDISI - Dopo una lunga camera di consiglio durata circa 5 ore, la seconda sezione penale del Tribunale di Brindisi ha emesso la sentenza di primo grado nell’ambito del processo "Nexus", scaturito dall’inchiesta sulla presunta attività di un clan della Sacra corona unita, ritenuto responsabile di estorsioni, attentati e altri gravi reati commessi tra il 2014 e il 2018 nel territorio brindisino.

Il collegio giudicante, presieduto da Maurizio Saso con i giudici a latere Leonardo Convertini e Ambrogio Colombo, ha inflitto complessivamente oltre 58 anni di reclusione a sei imputati, mentre per uno degli accusati è arrivata l’assoluzione con formula piena.

Nel dettaglio, la pena più pesante è stata inflitta a Maurizio Cannalire, brindisino di 65 anni, condannato a 22 anni di carcere. A seguire, Orlando Cosimo Cannalire, di 43 anni, ha ricevuto una condanna a 14 anni, mentre Tiziano Cannalire, di 35 anni, dovrà scontare 10 anni e 6 mesi. Per Antonia Galasso, brindisina di 43 anni, la pena stabilita è di 3 anni. Antonella Santoro, 46 anni, originaria di Brindisi e residente a Tuturano, è stata condannata a 1 anno e 2 mesi, con pena sospesa. Infine, Korado Shahini, cittadino albanese di 31 anni, è stato condannato a 8 anni di reclusione.

La corte ha stabilito anche ulteriori misure accessorie. Maurizio, Dino e Tiziano Cannalire sono stati dichiarati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici, mentre per Shahini e Galasso è stata decisa un’interdizione della durata di 5 anni. Inoltre, per i tre appartenenti al nucleo dei Cannalire è stata applicata la misura di sicurezza della libertà vigilata: 7 anni per Maurizio e 5 anni per Dino e Tiziano.

Una sola assoluzione in questo primo grado di giudizio: Antonio Summa, 33 anni, nato a Mesagne e residente a Carovigno, difeso dall’avvocato Vincenzo Lanzilotti, è stato prosciolto "per non aver commesso il fatto" e, in un altro capo d’accusa, perché "il fatto non sussiste".

Assoluzioni parziali anche per Maurizio Cannalire, che è stato scagionato da un’accusa di estorsione, da un furto e da due imputazioni relative alle armi. Anche per Korado Shahini è arrivata l’assoluzione rispetto a due contestazioni di porto d’armi e una di ricettazione.

Il processo era scaturito dall’operazione "Nexus", condotta dai carabinieri il 21 giugno 2022, con l’esecuzione di ordinanze cautelari nei confronti di 10 indagati. L’indagine, coordinata dai pubblici ministeri Giovanni Marino, della Procura di Brindisi, e Giovanna Cannarile, della Dda di Lecce, aveva acceso i riflettori sulle presunte attività del gruppo criminale brindisino.

Nel corso della requisitoria dello scorso 26 febbraio, il pubblico ministero Marino aveva richiesto complessivamente condanne per oltre 60 anni di carcere, poco di più rispetto al totale poi inflitto dai giudici.

Il collegio ha inoltre disposto la trasmissione degli atti al Procuratore della Repubblica per valutare possibili ipotesi di falsa testimonianza a carico di alcuni testimoni.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni, dopodiché le difese potranno valutare se ricorrere in appello, aprendo così un nuovo capitolo di questa complessa vicenda giudiziaria che ha scosso il Brindisino.

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