BARI - Apprendiamo da queste colonne che il sindaco di Bari, Vito Leccese, ha preso carta e penna per scrivere al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giorgetti sulla questione degli azionisti BpB, una lettera nella quale tra l’altro esprime le seguenti parole:“Le sarei grato se potessimo incontrarci per rappresentarLe personalmente le ragioni di un intervento necessario da parte del Governo e Parlamento, anche perché si tratta di cittadini che hanno investito i risparmi di una vita non per fini speculativi ma previdenziali, »E lo fa perché lo ha promesso ad alcuni azionisti della Banca Popolare di Bari.
Perché non chiede come mai il Ministero di cui quel Ministro è guida detiene la banca di Bari sotto le mentite spoglie di BDM nella quale i baresi non si rivedono? perché dovremmo vergognarci di vedere nel logo della Banca il nome della nostra città? Che ci invidiano in tutto il mondo?
Né possiamo credere che il Sindaco non sappia che una banca pubblica come BdM gode di garanzia pubblica cosa che ne riduce grandemente i costi finanziari violando ogni regola sulla concorrenza a tutto danno di quel che resta del sistema creditizio meridionale (e non solo) ed espone le casse pubbliche a rischi difficilmente quantificabili.
Serve ricordare, e il nostro Sindaco certamente lo sa, che molti piccoli risparmiatori baresi (e non solo, ma di tutto il Mezzogiorno) hanno investito per mezzo secolo spesso tutte le loro sostanze nella banca di Bari non certo per ragioni futili ma perché credevano -come credono- nella nostra economia e andavano -come vanno- orgogliosi della propria banca rimasta unica a difendere gli interessi dei risparmiatori baresi, pugliesi e meridionali. Banca che intendono riavere -come l’avevano- e come il Ministero ha il dovere di restituire.
Non dice cioè che gli azionisti hanno il sacrosanto diritto di riavere quanto profuso (e perso non certo per loro colpa), ma fa intendere che qualunque cifra non simbolica basterebbe a tacitare i risparmiatori; risparmiatori che così vengonoretrocessi alla condizione di questuanti da quella di proprietari della Banca.
Cosa penserà il Ministro leghista o il suo collaboratore che leggerà una lettera siffatta? Che sono i soliti meridionali piagnoni e questuanti!
Laddove la questione è altra: la nostra economia e la credibilità del mercato creditizio italiano necessita della IMMEDIATA RESTITUZIONE INTEGRALE DELLA BANCA AGLI AZIONISTI COME PRIMO PASSO PER RESTITURE FIDUCIA AI RISPARMIATORI MERIDIONALI VERSO IL SISTEMA CREDITIZIO MERDIONALE E VERSO IL FUNZIONAMENTO DELLE ISTITUZIONI DI VIGILANZA FINANZIARIE E CREDITIZIE NAZIONALI.
È UNA QUESTIONE DI DIRITTO NON DI BENIGNITA’ O CARITA’
Non credo che gli azionisti tutti e quelli numerosissimi aderenti all’originario Comitato azionisti BPB possano essere soddisfatti di tale sortita del Sindaco e certamente si meravigliano del silenzio su questo tema dell’Amministrazione comunale e regionale nel periodo della fine della BpB.
Sempre da queste colonne inoltre apprendiamo in stupefacente contemporaneità dell’annunzio della lettera di cui sopra che il Comune di Bari detiene in cassa la stupefacente cifra di 377 milioni di euro! In aumento rispetto agli anni precedenti quando sempre si è stati molto sopra i duecento milioni! Come si fa ad inventare nuove tasse (come quella di soggiorno) o ad esigere Imu, Tari, concessioni,…..le più differenti, se da anni giacciono in cassa somme inutilizzate? Come mai vi sono tanti soldi in cassa? E presso quale banca sono depositati? Perché con quei soldi non si rifonda una Banca che abbia nel suo simbolo la parola “Bari”? Che si attende a farla magari popolare? Anche a parziale ristoro dei “veri” azionisti della BpB? Come si fa a non progettare una banca barese quanto meno per compiti di tesoreria per Comune, Regione, Acquedotto, Amgas ecc. ecc. tutti con attivi faraonici?
Forse qualcuno non vede di buon occhio che il Sud possa risollevarsi con le proprie forze e che quindi abbia un suo polo bancario? E la benevola risposta chi può avere interesse a darcela?
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