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Bari

Scambio politico-mafioso, Giacomo Olivieri lascia il carcere dopo 13 mesi: ora ai domiciliari nel Leccese

L’ex consigliere regionale pugliese imputato in abbreviato nell’inchiesta “Codice Interno” con oltre cento indagati. La DDA ha chiesto dieci anni di reclusione

Avvocati

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BARI -  Dopo oltre tredici mesi di detenzione, Giacomo Olivieri esce dal carcere. L’ex consigliere regionale della Puglia, arrestato il 26 febbraio 2024 con le accuse di scambio elettorale politico-mafioso ed estorsione, sconterà ora gli arresti domiciliari in un’abitazione a Parabita, in provincia di Lecce.

La decisione è arrivata nelle scorse ore dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Bari, Giuseppe De Salvatore, che ha accolto l’istanza presentata dai legali dell’imputato, gli avvocati Gaetano e Luca Castellaneta.

Olivieri è coinvolto nel maxi-processo scaturito dall’inchiesta “Codice Interno” condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia e dalla Squadra Mobile di Bari, che ha portato a processo 109 persone, con rito abbreviato, per una vasta rete di presunti legami tra politica e criminalità organizzata.

Secondo l’ipotesi accusatoria, nel 2019 avrebbe ottenuto il sostegno di tre clan mafiosi per favorire l’elezione al consiglio comunale di Bari della moglie, Maria Carmen Lorusso, anche lei coinvolta nell’indagine. La donna, dopo otto mesi ai domiciliari, è tornata in libertà lo scorso ottobre.

La Procura Antimafia ha chiesto per Olivieri una condanna a dieci anni di reclusione, ritenendolo parte attiva di un sistema che avrebbe inquinato il processo elettorale con l’intervento diretto della criminalità organizzata locale.

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