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Corato

Discarica abusiva, sequestrati beni per oltre 900 mila euro: sotto inchiesta un imprenditore e la sua azienda

Il Tribunale di Trani dispone il blocco dell’intero compendio aziendale. Secondo le indagini, l’attività gestiva rifiuti pericolosi senza tracciabilità né autorizzazioni. Sequestrati dalla Finanza della Bat immobili, conti correnti e quote societarie

Le indagini della Guardia di Finanza

Le indagini della Guardia di Finanza

CORATO - Un sequestro preventivo da oltre 900 mila euro ha colpito un’azienda con sede a Corato e il suo amministratore, entrambi finiti sotto inchiesta nell’ambito di una complessa indagine della Procura della Repubblica di Trani per gravi irregolarità nella gestione di rifiuti speciali.

A eseguire il provvedimento, disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, sono stati i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza della BAT, su delega della magistratura inquirente.

Il sequestro ha riguardato beni mobili e immobili per un valore complessivo pari al presunto profitto illecito ottenuto dall’attività, compresi conti bancari, quote societarie e l’intero patrimonio aziendale, composto da sei immobili, tra fabbricati e terreni, in parte trasformati in una discarica abusiva.

Le indagini della Guardia di Finanza

Le indagini della Guardia di Finanza

Secondo quanto emerso dagli accertamenti condotti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Barletta, l’amministratore della società avrebbe acquistato per anni rifiuti speciali, sia pericolosi che non, senza alcuna documentazione prevista dalla normativa di settore, aggirando le norme sulla tracciabilità e sulla gestione ambientale.

In alcuni casi, per legittimare l’acquisizione dei materiali, venivano rilasciate semplici ricevute fiscali, omettendo la documentazione obbligatoria sia sotto il profilo fiscale che ambientale, e qualificando come “conferitori occasionali” soggetti che in realtà avevano rapporti abituali con l’impresa.

I rifiuti, alcuni dei quali riconducibili ad altri reati contro il patrimonio, venivano poi stoccati su suoli agricoli non autorizzati, in violazione delle prescrizioni della Città Metropolitana di Bari, dando vita a una discarica abusiva di fatto, allestita senza alcun titolo legittimo.

L’intero impianto accusatorio si fonda anche sulla normativa contenuta nel Decreto legislativo 231 del 2001, che disciplina la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. Il sequestro ha infatti colpito non solo il titolare, ma anche l’ente aziendale.

Il Comune di Corato e le autorità ambientali seguiranno con attenzione l’evoluzione della vicenda, che tocca un tema sempre più centrale come la tutela dell’ambiente e della salute pubblica.

Le indagini, sottolineano gli inquirenti, sono state svolte nel rispetto dell’articolo 41 della Costituzione, che vincola l’iniziativa economica al rispetto dell’ambiente, e dell’articolo 9, che richiama la salvaguardia del paesaggio e della biodiversità.

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