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Lecce

Ristoranti nel mirino della Finanza: dieci lavoratori in nero scoperti l’8 marzo

Controlli a tappeto in due locali della provincia. Proposte sospensioni delle attività e sanzioni fino a 117mila euro. Lavoro sommerso rilevato anche a San Valentino

La sede della Guardia di Finanza di Otranto

La sede della Guardia di Finanza di Otranto

LECCE - Scoperti dieci lavoratori irregolari durante i controlli in due ristoranti della provincia di Lecce nella giornata dell’8 marzo, dedicata alla Festa della Donna. A rilevarlo sono stati i Finanzieri della Sezione Operativa Navale di Otranto, impegnati in un’azione di contrasto al lavoro sommerso e di verifica del rispetto delle normative in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

Nel corso delle ispezioni, le Fiamme Gialle hanno identificato venti dipendenti, impiegati regolarmente dalla società proprietaria dei locali. Ma la metà di loro, dieci lavoratori, è risultata priva di contratto, con tutte le conseguenze previste dalla normativa vigente.

Alla luce delle gravi irregolarità riscontrate, è stata proposta la sospensione dell’attività imprenditoriale, come previsto quando i lavoratori “in nero” superano la soglia del 10 per cento della forza lavoro impiegata. Per il datore di lavoro, inoltre, sono scattate sanzioni amministrative che vanno da un minimo di 19.500 euro a un massimo di 117.000 euro, a seconda della gravità delle violazioni accertate.

Non si tratta di un caso isolato. Già lo scorso 14 febbraio, in occasione della ricorrenza di San Valentino, la Guardia di Finanza aveva eseguito controlli analoghi in un altro ristorante del territorio, dove erano stati sorpresi quattro lavoratori completamente irregolari, equivalenti al 100 per cento della forza lavoro presente al momento del sopralluogo.

Anche in quel caso è stata proposta la sospensione dell’attività commerciale, mentre all’imprenditore sono state contestate sanzioni comprese tra 7.800 e 46.800 euro.

Le operazioni condotte rientrano in un più ampio piano di controlli della Guardia di Finanza, volto a contrastare il fenomeno del lavoro sommerso, che rappresenta una minaccia concreta all’equilibrio economico e fiscale del Paese. Ricorrere a personale non regolarizzato, spiegano gli inquirenti, non solo danneggia i diritti dei lavoratori, ma genera concorrenza sleale, consentendo un taglio illegale dei costi aziendali a scapito di chi opera nel rispetto delle regole.

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