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Lecce

Il 46 tarantino ci riprova: torna nell’ospedale Vito Fazzi dopo il furto in cappella

L'uomo è stato sorpreso mentre tentava di introdursi da un ingresso secondario. Per lui scatta il divieto di ritorno

La cassetta delle offerte scassinata nella Cappella del Vito Fazzi di Lecce

La cassetta delle offerte scassinata nella Cappella del Vito Fazzi di Lecce

LECCE – Nonostante fosse già stato denunciato per aver rubato offerte dalla cappella dell’ospedale Vito Fazzi, ha tentato nuovamente di introdursi all’interno della struttura sanitaria. Ma il piano del 46enne tarantino si è interrotto grazie al tempestivo intervento degli agenti di polizia, che lo hanno bloccato e deferito nuovamente all’autorità giudiziaria.

L’uomo era già noto alle forze dell’ordine per un furto avvenuto lo scorso 22 febbraio, quando era riuscito a sottrarre circa 100 euro dalla cassetta delle offerte posta all’interno del luogo di culto del nosocomio leccese. Le indagini successive avevano permesso di attribuirgli altri due episodi simili, avvenuti sempre nella stessa cappella.

Nei giorni seguenti, il 46enne aveva assunto comportamenti minacciosi e molesti nei confronti del sacerdote incaricato della cura spirituale dei degenti, generando forte allarme tra il personale e i frequentatori dell’ospedale.

La mattina del 9 marzo, durante un consueto servizio di controllo per la sicurezza interna, gli agenti in servizio presso il posto fisso di polizia del Vito Fazzi hanno notato l’uomo mentre cercava di accedere da un ingresso secondario, aggirando gli accessi principali.

Fermato e perquisito, è stato trovato in possesso di un martelletto rompivetro, uno strumento considerato potenzialmente pericoloso e utilizzabile per commettere reati. Per questo motivo, oltre alla nuova denuncia per tentato accesso abusivo, è stato deferito anche per porto di oggetti atti ad offendere.

A seguito della condotta reiterata e giudicata pericolosa, il Questore di Lecce ha disposto nei suoi confronti un foglio di via obbligatorio, che gli vieta di fare ritorno nel comune per i prossimi tre anni.

Una misura necessaria per tutelare la sicurezza di un luogo dedicato alla cura e alla preghiera, già violato più volte dallo stesso soggetto.

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