LECCE – Prima il furto nella cappella dell’ospedale, poi le minacce. Per don Gianni Mattia, cappellano del Vito Fazzi di Lecce, l’incubo sembra non avere fine. Dopo aver segnalato il saccheggio della cassetta delle offerte, il sacerdote si è ritrovato nel mirino dello stesso ladro.
A raccontare l’episodio è lo stesso don Gianni, attraverso un post sui social (ha allegato la foto in alto). “Il ladro si è costituito e mi ha chiamato”, scrive il prete, spiegando di aver più volte aiutato quell’uomo, un senza fissa dimora che si presentava in cappella in cerca di aiuto. “Gli davo biancheria, un panino, una bottiglietta d’acqua. Non ho mai saputo dire di no”, aggiunge. Tuttavia, dopo l’intervento delle forze dell’ordine, l’uomo è stato allontanato, ma non ha esitato a reagire: avendo il numero del sacerdote, ha iniziato a tempestarlo di messaggi vocali con toni minacciosi.
L’uomo avrebbe ammesso il furto, ma la denuncia ormai era già partita e i Carabinieri hanno proceduto secondo la legge. Da quel momento, però, il clochard ha iniziato a insultare il sacerdote, accusandolo di averlo tradito e arrivando a minacciarlo di morte.
“Ora mi chiama ‘infame’ e dice di voler uccidermi. Signore, perdonalo, non sa quello che dice”, confessa don Gianni, provato dalla situazione. Le minacce, intanto, non si sono fermate, al punto che il cappellano ha dovuto sporgere una nuova denuncia per intimidazioni.
“Sono spaventato, ma le forze dell’ordine mi sono vicine”, conclude il sacerdote, riflettendo sul senso della sua missione: “Ho fatto solo del bene e ho ricevuto del male. In questi momenti comprendo quanto il Vangelo debba entrare nella mia povera vita di prete di periferia”.