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Il fatto

Emergenza idrica in Puglia, scorte d’acqua in forte calo: rischio razionamenti nel 2025

Allarme dalla Regione: invasi ai minimi storici, preoccupano soprattutto le condizioni del bacino di Occhito. Pronto un piano straordinario da oltre un miliardo di euro

Crisi idrica, chiesto stato di calamità

Invasi vuoti

BARI - In Puglia si aggrava la crisi idrica e lo scenario per il 2025 si preannuncia critico. È quanto emerge dagli ultimi aggiornamenti forniti dalla Regione, che ha presentato in Consiglio il nuovo Piano di emergenza per contrastare la carenza d’acqua, approvato nei giorni scorsi dalla giunta.

Secondo i dati rilevati alla fine di febbraio, la disponibilità complessiva degli invasi si attesta a 327 milioni di metri cubi, ben al di sotto dei 432 milioni registrati a metà 2024. Un calo drastico, che conferma una situazione di emergenza conclamata.

Tra i sei invasi monitorati – Pertusillo, Locone, Occhito, Monte Cotugno, Conza e San Giuliano – è quello di Occhito a destare maggiore preoccupazione. Se le attuali condizioni dovessero persistere, entro luglio 2025 il bacino potrebbe esaurire del tutto la propria capacità di prelievo utile.

A fronte di questa situazione, Acquedotto Pugliese ha già avviato dal mese di ottobre 2024 un piano di riduzione della pressione idrica, misura che proseguirà nei prossimi mesi per contenere i consumi e preservare le scorte. Non si esclude, tuttavia, che si possa arrivare anche a tagli sull’acqua potabile, se dovesse mancare completamente la pioggia nei prossimi mesi.

In caso di peggioramento delle riserve e in assenza totale di precipitazioni – si legge nel Piano – non sarà possibile garantire la piena copertura dei fabbisogni idrici potabili per l’anno in corso.”

La Regione, intanto, ha avviato un programma straordinario di investimenti per aumentare la resilienza del sistema di approvvigionamento. Sono già stati messi in campo oltre 630 milioni di euro, mentre altri 735 milioni arriveranno dal Fondo per lo sviluppo e la coesione e dal Programma regionale 2021-2027.

Ma non basta. Il piano strategico complessivo richiede altri 1,3 miliardi di euro per completare le infrastrutture idriche necessarie, potenziare la rete esistente e realizzare nuove opere in grado di affrontare crisi future con maggiore efficienza.

Tra gli obiettivi indicati nel documento regionale c’è anche l’accelerazione delle procedure per l’esecuzione dei lavori pubblici, attraverso una semplificazione normativa, l’assunzione di nuovo personale tecnico qualificato e l’utilizzo di strumenti digitali per monitoraggio e gestione dei progetti.

L’acqua, oggi più che mai, è un bene prezioso da tutelare. E la Puglia si prepara ad affrontare uno degli anni più difficili sul fronte idrico.

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