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Brindisi

Rissa tra tifosi fuori dallo stadio, Unarma chiede tolleranza zero

Scontri nella villetta accanto al “Vito Curlo” di Fasano dopo la sospensione del match: un giovane ferito e accuse di gravi carenze nell’ordine pubblico

Gli scontri tra tifosi - foto Unarma

Gli scontri tra tifosi - foto Unarma

FASANO – Non è stato il rettangolo verde dello stadio a far parlare di sé domenica 9 marzo, ma uno spazio pubblico adiacente al “Vito Curlo”, trasformato in un teatro di violenza da un gruppo di tifosi brindisini, che ha scatenato il caos dopo l’interruzione della partita al 38° minuto, causata dal continuo lancio di fumogeni verso il settore della tifoseria locale.

Pochi minuti dopo lo stop dell’incontro, un folto gruppo di ultras si è riversato in una villetta pubblica, luogo solitamente frequentato da famiglie e residenti, dove si sono verificati momenti di altissima tensione: calci, pugni e persino colpi con spranghe sono stati immortalati in un video che in queste ore sta facendo il giro dei social. Tra le immagini più forti, il volto insanguinato di un ragazzo colpito durante gli scontri.

A intervenire con decisione sulla vicenda è stata la Segreteria Regionale Unarma Puglia, sindacato dell’Arma dei Carabinieri, che ha espresso «profonda preoccupazione per l’accaduto», ringraziando le forze dell’ordine per aver evitato conseguenze peggiori, ma chiedendo provvedimenti immediati e severi.

«Non si può più tollerare che il calcio venga usato come scusa per scatenare violenza – si legge nella nota –. Servono DASPO esemplari, pene certe e partite a porte chiuse per quelle società i cui tifosi si rendono responsabili di comportamenti del genere».

Il sindacato punta il dito anche contro le presunte carenze nell’organizzazione dell’ordine pubblico, sottolineando come episodi del genere fossero prevedibili e come i cittadini di Fasano abbiano il diritto di sentirsi sicuri anche durante eventi sportivi.

«La cittadinanza chiede sicurezza e tutela, soprattutto in occasioni ad alto rischio. Le autorità competenti – Prefetto e Questore in primis – devono garantire un dispositivo all’altezza, che protegga famiglie, spettatori e agenti in servizio», concludono i dirigenti regionali di UNARMA, che chiedono anche alla giustizia sportiva di intervenire con sanzioni adeguate nei confronti della società sportiva legata alla tifoseria protagonista degli scontri.

Una giornata di sport che si è trasformata in una pagina nera di violenza, sulla quale ora si attende una risposta concreta da istituzioni e federazioni.

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