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Bari

Omicidio di Vito Romito nel 2004, annullata la condanna a 30 anni. Processo da rifare

La Corte d'Appello di Bari revoca la custodia cautelare nei confronti di Roberto Boccassile. La difesa soddisfatta in attesa della ripetizione del processo

Avvocati

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BARI - La Corte di Assise d’Appello di Bari ha revocato la misura cautelare nei confronti di Roberto Boccassile, accusato dell’omicidio di Vito Romito, avvenuto a Bari il 30 novembre 2004. La decisione arriva dopo che la difesa, rappresentata dagli avvocati Dario Vannetiello e Carlo Russo Frattasi, ha ottenuto l’annullamento della condanna a 30 anni di reclusione, portando la Corte a dichiarare la scadenza dei termini della custodia in carcere.

Annullata la condanna, revocata ogni misura restrittiva

L’istanza avanzata dai legali è stata integralmente accolta, determinando la piena revoca della detenzione cautelare senza l’applicazione di misure alternative. La Corte ha infatti ritenuto fondate le motivazioni difensive, evitando l’imposizione di qualsiasi provvedimento restrittivo nei confronti dell’imputato.

Ora si attende il deposito delle motivazioni da parte della Corte di Cassazione, che ha disposto la ripetizione del processo presso una nuova sezione della Corte d'Assise d'Appello di Bari. Solo allora sarà possibile conoscere nel dettaglio le ragioni che hanno portato all’annullamento della condanna, nonostante le accuse mosse da dieci collaboratori di giustizia, secondo i quali Boccassile avrebbe sparato alla vittima per favorire il clan Capriati.

Un delitto di mafia nel contesto della faida tra clan

Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia, l’omicidio di Vito Romito sarebbe stato una rappresaglia mafiosa per la morte di Antonio Fanelli, assassinato il 27 novembre 2004. L’accusa sostiene che l’eliminazione di Romito fu una risposta diretta del clan Capriati all’agguato mortale attribuito ai rivali del clan Strisciuglio, a cui apparteneva la vittima.

Con la ripetizione del processo, si riapre un capitolo giudiziario che ha segnato uno dei periodi più bui della criminalità organizzata barese.

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