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04 Marzo 2025 - 16:09
L'ex Ilva ora Acciaierie d'Italia
TARANTO - È stato raggiunto al Ministero del Lavoro un accordo per la proroga della cassa integrazione straordinaria per i dipendenti ex Ilva in amministrazione straordinaria. Il provvedimento, valido per un anno a partire dal 1° marzo, coinvolgerà 3.062 lavoratori, un numero inferiore rispetto alla richiesta iniziale di 3.420.
L'intesa è stata sottoscritta dai rappresentanti dell’azienda e dai sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Usb e Ugl.
Il sito di Taranto è quello maggiormente interessato, con 2.680 lavoratori in cassa integrazione, mentre le restanti unità sono così distribuite: 190 a Genova, 115 a Novi Ligure, 25 a Marghera, 18 a Milano, 15 a Racconigi, 10 a Legnano e 9 a Paderno.
Rispetto ai precedenti accordi, il numero complessivo dei lavoratori in cassa integrazione è sceso progressivamente: dai 4.050 della scorsa intesa, si è passati ai 3.420 inizialmente previsti per questa proroga, ridotti successivamente a 3.200 e infine agli attuali 3.062.
Per mitigare l’impatto della cassa integrazione, è stato confermato un premio di produzione basato sui volumi di acciaio prodotti dallo stabilimento di Taranto:
In caso di cessione dell’impianto, il premio sarà ricalcolato in base ai volumi effettivi registrati fino a quel momento.
I sindacati hanno accolto con favore la riduzione del numero dei lavoratori coinvolti nella cassa integrazione, ma sottolineano che la partita non è chiusa. L’11 marzo, infatti, è previsto un vertice a Palazzo Chigi per discutere la futura cessione degli asset dell’azienda a un nuovo investitore.
Secondo Usb, la trattativa dovrà tenere conto non solo della salvaguardia occupazionale, ma anche delle questioni ambientali, della salute e della sicurezza dei lavoratori.
Un ringraziamento particolare è stato rivolto alla dottoressa Condemi, direttore generale del Ministero del Lavoro, e al suo staff per il contributo nella gestione del negoziato.
«Non possiamo che apprezzare il balzo in avanti fatto negli ultimi giorni - scrive Francesco Rizzo dell'Esecutivo Nazionale Usb -, e durante l’incontro odierno, dall’azienda che nell’incontro di oggi ha ulteriormente limato il numero massimo dei cassintegrati. Abbiamo intanto registrato il fatto positivo rappresentato dalla convocazione del confronto a Palazzo Chigi per martedì 11 marzo, quando andremo ad approfondire ulteriormente i temi legati alla cessione degli asset al nuovo investitore. Usb ribadisce che vanno tenuti insieme i diversi aspetti della vertenza, quindi la tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente, e quella dei posti di lavoro, diretti, indiretti e Ilva in As».
«Ora il confronto si sposterà a Palazzo Chigi. Come Fiom-Cgil ribadiremo al Governo la nostra posizione: per la vendita dell’ex Ilva occorre garantire tutta l’occupazione, l’integrità del gruppo siderurgico e la presenza in equity nel capitale da parte dello Stato”. Lo dichiarano in una nota congiunta Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom Cgil, Francesco Brigati, segretario generale della Fiom-Cgil di Taranto e Federico Porrata, della segreteria della Fiom-Cgil di Alessandri.
«La conferma dell'accordo, oltre a mettere in sicurezza i lavoratori e il loro reddito», dichiarano Valerio D'Alò e Biagio Prisciano della Fim Cisl, «ci consente di proseguire in un solco di relazioni industriali che saranno fondamentali per la costruzione di un accordo sindacale in vista della cessione alla nuova proprietà. Servirà l’impegno di tutti i soggetti coinvolti per rendere definitiva una svolta per la ex Ilva e la sua vertenza».
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