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L'intervento
03 Marzo 2025 - 14:47
Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia
BARI - Il destino del comparto industriale pugliese è al centro del dibattito tra istituzioni e parti sociali. Dopo una giornata intensa di incontri in Fiera del Levante, il prossimo 5 marzo il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, si troverà di fronte una Puglia compatta, con una posizione condivisa tra sindacati, amministratori e lavoratori.
A sottolinearlo è Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia, che ha commentato il confronto promosso dalla Regione Puglia su alcune delle vertenze industriali più delicate del territorio: Acciaierie di Taranto, Eni Versalis di Brindisi, Leonardo di Grottaglie e Foggia, fino al sistema automotive, che coinvolge oltre 6.000 occupati in più province.
“Il tavolo regionale è stato un passo positivo”, spiega Bucci, “perché aiuta a creare una consapevolezza diffusa: la chiusura di una fabbrica o la perdita di un posto di lavoro non riguarda solo quel sito o quei dipendenti, ma ha ricadute economiche e sociali su tutta la regione. Per questo è necessario costruire una strategia condivisa”.
L’incontro con il ministro Urso rappresenta una tappa decisiva per il futuro dell’industria pugliese. “La Puglia arriva a questo appuntamento con una voce sola, il che rafforza le richieste dei lavoratori”, afferma la segretaria della Cgil.
L’obiettivo principale è difendere i posti di lavoro, diretti e indiretti, senza attendere promesse dilazionate nel tempo, che spesso non garantiscono soluzioni concrete per tutta la forza lavoro. Bucci è netta: “Non possiamo permetterci di perdere pezzi importanti del nostro sistema industriale. È necessario un ruolo forte della politica e delle istituzioni, perché affidarsi solo al mercato ha già dimostrato di essere insufficiente a tutelare occupazione e sviluppo”.
Un tema particolarmente delicato riguarda le aziende a partecipazione statale, che nel tempo hanno ricevuto ingenti finanziamenti pubblici. “Non possiamo accettare che queste realtà, sostenute con i soldi dei cittadini, vengano lasciate in balia di interessi speculativi dei management”, avverte Bucci.
Un altro punto centrale della discussione è la gestione della transizione energetica e ambientale. “Questi processi vanno governati”, spiega Bucci, “senza lasciare le comunità locali a pagare il prezzo delle trasformazioni industriali”.
Secondo la segretaria della Cgil, il percorso di rinnovamento industriale deve prevedere garanzie occupazionali concrete e la costruzione di nuove opportunità di lavoro qualificato, per evitare che intere aree già in difficoltà subiscano ulteriori conseguenze sociali ed economiche.
Se dal vertice con il ministro Urso non arriveranno impegni chiari e risposte concrete, la Cgil non esclude l’avvio di una mobilitazione regionale di grande portata, che coinvolga istituzioni, forze politiche e cittadini.
“Non possiamo restare a guardare mentre il nostro tessuto produttivo viene smantellato”, avverte Bucci. “La battaglia per salvaguardare i nostri principali poli industriali non riguarda solo chi oggi lavora, ma anche le future generazioni. Se non agiamo ora, i nostri giovani continueranno a emigrare in cerca di un impiego dignitoso”.
Il messaggio è chiaro: la difesa del sistema industriale pugliese è una sfida collettiva che riguarda l’intero territorio. “Dobbiamo garantire un futuro di sviluppo e occupazione qualificata. Per questo la lotta per la tenuta del nostro apparato produttivo deve interessare tutti”, conclude Bucci.
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