Aree protette e patrimonio naturale: la Puglia tra le regioni più bio d’Italia
Con una superficie di 245mila ettari di aree naturali protette, la Puglia ospita una ricchezza straordinaria di habitat. Il 75,8% di questi territori è costituito da parchi nazionali, in particolare il Gargano e l’Alta Murgia, mentre l’8,3% comprende riserve marine e aree naturali. Le province con la maggiore estensione di suolo sottoposto a tutela sono Foggia, con il 51,5% del territorio protetto, e Bari, con il 27,7%.
In questi luoghi si contano 2.500 specie vegetali, che rappresentano un valore ecologico fondamentale non solo per l’ambiente ma anche per il comparto agricolo e turistico. Proteggere questa biodiversità significa garantire sicurezza alimentare e qualità della vita, evitando che uno sviluppo non sostenibile metta a rischio la ricchezza naturale della regione.
Oltre alla tutela ambientale, la Puglia si distingue anche per la sua agricoltura sostenibile. È la seconda regione in Italia per produzione biologica, con 321mila ettari coltivati secondo pratiche bio. Il settore coinvolge tutti i principali comparti: 89mila ettari di oliveti, oltre 63mila ettari di cereali, 19mila ettari di vigneti e 13mila ettari destinati agli ortaggi, oltre a tre impianti di acquacoltura biologica.
Consumi sostenibili: meno sprechi e più prodotti locali per ridurre l’impatto ambientale
Nel dibattito sulla tutela della biodiversità, il tema della sostenibilità alimentare è centrale. Carmelo Troccoli, direttore della Fondazione Campagna Amica, ha sottolineato come ogni scelta quotidiana possa fare la differenza, dall’uso dell’acqua all’energia, fino al tipo di alimenti acquistati. "I mercati contadini puntano sui Sigilli della biodiversità, offrendo ai consumatori prodotti rari e spesso a rischio estinzione, garantiti da agricoltori che ogni giorno si fanno custodi del nostro patrimonio naturale", ha dichiarato Troccoli.
L’importanza del cibo a chilometro zero è un altro aspetto evidenziato da Coldiretti Puglia, che ha stimato come un pasto medio percorra oltre 1.900 chilometri prima di arrivare sulle tavole, attraverso camion, navi e aerei, con un enorme consumo di energia e impatto ambientale.
Adottare un’alimentazione basata su prodotti locali e di stagione e ridurre gli imballaggi superflui può portare a risultati concreti: una famiglia può abbattere fino a 1.000 chili di emissioni di CO₂ all’anno.
Un esempio concreto? Un chilo di prugne provenienti dal Cile percorre 12mila chilometri, consumando 7,1 kg di petrolio e rilasciando 22 kg di CO₂ nell’atmosfera. L’uva importata dal Perù compie quasi 11mila chilometri, producendo 20,2 kg di anidride carbonica per ogni chilo trasportato. Numeri che dimostrano quanto scegliere prodotti locali non solo valorizzi l’economia del territorio, ma rappresenti anche una strategia efficace per ridurre l’impatto ambientale.
La biodiversità pugliese è un patrimonio da preservare, e la sfida passa attraverso scelte concrete, dalla tutela delle aree naturali alla promozione di un’agricoltura sostenibile e consapevole.