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Il caso

Bari resta sotto osservazione. Nel mirino ora le aziende comunali e una ventina di dipendenti

Intanto il sindaco Vito Leccese: "Giornata di riscatto". Antimafia in allerta: D'Attis chiede un'audizione del ministro Piantedosi

Vito Leccese

Vito Leccese

BARI - Bari tira un sospiro di sollievo: il rischio di scioglimento del Consiglio comunale è stato scongiurato. Il Ministero dell'Interno, infatti, non ha presentato il provvedimento in Consiglio dei ministri, ponendo fine a settimane di attesa e incertezza politica.

Per il sindaco Vito Leccese, si tratta di un momento decisivo: "La città ritrova la sua prospettiva di crescita. È un giorno di riscatto", ha dichiarato ai giornalisti. Il primo cittadino ha sottolineato come il procedimento avviato avesse minato la reputazione di Bari, alimentando un’immagine distorta che non rispecchia la realtà della città: "Finalmente ci scrolliamo di dosso un'etichetta ingiusta, quella di città mafiosa", ha aggiunto.

Le aziende comunali sotto la lente

Se da un lato il Comune esce indenne dal rischio di scioglimento, dall'altro il Viminale si prepara a commissariare due aziende municipalizzate, che si aggiungerebbero all’Amtab, già sotto amministrazione giudiziaria su disposizione del Tribunale di Bari. L'indagine che ha portato a oltre 130 arresti lo scorso febbraio nell'ambito dell’operazione "Codice Interno" ha sollevato dubbi su possibili infiltrazioni mafiose nei gangli dell’amministrazione comunale, con conseguenze che potrebbero ricadere su una ventina di dipendenti comunali, per i quali si profilano provvedimenti disciplinari.

L’Antimafia accende i riflettori

Il mancato scioglimento del Comune non chiude del tutto la vicenda. Il vicepresidente della Commissione Nazionale Antimafia, Mauro D’Attis (segretario regionale di Forza Italia), ha annunciato l'intenzione di chiedere un’audizione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: "È un passaggio imprescindibile", ha dichiarato, sottolineando che la gestione commissariale di tre delle quattro aziende municipalizzate del Comune rappresenta un "campanello d’allarme serissimo".

La vicenda, dunque, resta sotto osservazione: se il Comune ha evitato il peggio, l’attenzione sulle sue partecipate e sui possibili legami tra mafia, politica e affari resta alta.

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