Cavalli malati macellati clandestinamente, 6 provvedimenti cautelari. In azione i Nas anche a Bari e nella Bat
Smantellata un'organizzazione che falsificava i registri per far sparire gli animali. Inchiesta partita dall'Umbria, ma con forti ramificazioni in Puglia. Coinvolti allevatori e funzionari compiacenti
BARI - Una rete criminale specializzata nel traffico e nella macellazione clandestina di cavalli è stata sgominata dai Carabinieri del Nas di Perugia al termine di un’articolata indagine che ha portato all’arresto di sei persone e al coinvolgimento di numerosi allevatori e operatori del settore.
L’organizzazione, secondo gli inquirenti, si occupava di reperire cavalli, anche con modalità fraudolente, per poi destinarli illecitamente alla filiera alimentare, nonostante fossero sottoposti a trattamenti farmacologici incompatibili con il consumo umano.
Un ruolo centrale nell’inchiesta riguarda la Puglia, dove gli animali venivano inviati per essere macellati clandestinamente. Le indagini hanno rivelato che una volta acquisiti – spesso gratuitamente – dagli ignari proprietari, i cavalli venivano trasferiti verso macelli illegali nella regione, facendo perdere ogni traccia della loro esistenza. Ciò avveniva grazie alla falsificazione dei registri della Banca Dati Nazionale degli Equini, dove gli animali risultavano spostati altrove o addirittura cancellati, sfruttando una falla nel sistema informatico nota come “codice Z”.
A supporto dell’operazione, in fase esecutiva, sono intervenuti anche i Carabinieri dei NAS di Bari, oltre a quelli di Torino e Alessandria, con il coordinamento dei comandi provinciali di Barletta-Andria-Trani, Novara e Cuneo.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Perugia guidata da Raffaele Cantone, ha portato all’emissione di un’ordinanza cautelare nei confronti di sei persone, accusate a vario titolo di associazione per delinquere, maltrattamento e uccisione di animali, commercio di prodotti pericolosi per la salute e falsificazione di documenti pubblici. Per quattro di loro sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre per altri due è scattato l’obbligo di firma.
Dalle indagini è emerso un quadro inquietante. Alcuni cavalli, già malati o feriti, venivano trasportati in condizioni estreme, stipati in sovrannumero nei mezzi di trasporto, tanto da arrivare a destinazione già morti. Un’attività che, oltre a rappresentare un rischio per la salute pubblica, comportava gravi sofferenze per gli animali, sottoposti a pratiche crudeli prima di essere abbattuti.
Nel corso delle perquisizioni, i militari hanno sequestrato un locale adibito alla macellazione abusiva in Puglia, un autocarro contenente scarti di macellazione, oltre a documenti, appunti manoscritti e passaporti dei cavalli, che dimostrerebbero la gestione illecita degli animali. L’inchiesta prosegue per ricostruire tutta la rete di connivenze e verificare eventuali ulteriori responsabilità.
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